Recensione: Appointment With Death
Esce con un mesetto di ritardo rispetto alla data precedentemente programmata, e dopo sette anni dall’ultimo Deal With The Devil, il nuovo disco di Lizzy Borden, ancora una volta concepito come un’opera drammatica destinata alla rappresentazione teatrale. Appointment With Death affronta, in modo quasi poetico se vogliamo, un argomento tanto caro a Lizzy (il cui nome deriva da Lizzie Borden, una donna accusata di omicidio e condannata alla fine del diciannovesimo secolo): la morte. Avevate dubbi?
Il sound si è innegabilmente evoluto, oggi molto più curato e attuale ma sempre fedele alle radici che hanno “costruito” il personaggio negli anni ottanta.
Appointment With Death è stato prodotto dallo stesso Borden e da Joey Scott, registrato agli Zanzibar Studios di Hollywood e mixato da Eric Rutan (Hate Eternal, ex Morbid Angel) ai Mana Sound in Florida ma l’attenzione è rivolta anche all’aspetto “secondario” dell’album garantendo un lavoro quanto più completo: Lizzy ha infatti reclutato un mago degli effetti speciali, Ralis Kahn, per disegnare un set basato sui temi dei singoli brani (che sarà riproposto dal vivo) e ha ingaggiato il fotografo Alex Solca realizzando un migliaio di scatti che hanno riempito il booklet che troverete all’interno della confezione.
Ciliegina sulla torta: gli ospiti. Il disco ne prevede una grandissima quantità: Gorge Lynch (Dokken, Linch Mob), Dave Meniketti (Y&T), Corey Beaulieu (Trivium), Jonas Hansson (Silver Mountain), Eric Rutan, Michel T. Ross (Angel, Hardline), Adam Cameron, Zane e Marliese Quance che hanno contribuito in modo fattivo, liberi di apportare idee e contenuti senza doversi limitare al “copione” consegnato da Borden. Passiamo alla musica.
La facilità di ascolto di Appointment With Death è il punto di forza. Basta inserire il disco nel lettore e lasciarsi trasportare dalla opener Abnormal per capire che, in quanto a musicalità, l’artista californiano ha davvero pochi eguali. Il groove apocalittico che riscopriamo con la title track è quello dei vecchi tempi malgrado qualche riff riciclato, Live Forever oscilla tra il romanticismo controllato della voce di Lizzy Borden e il chitarrismo aggressivo di Ira Black, Bloody Tears punta tutto sulla ritmica che evidenzia l’ottima prova alla batteria dello storico Joey Scott.
Sin qui tutto fila via liscio come l’olio, senza eccellere in termini qualitativi ma assestandosi su livelli medio alti, gli stessi della quinta The Death Of Love, melodica e vivace sebbene racchiusa tra le spire di una costante formalità.
Heavy metal melodico quello di Tomorrow Never Comes, chiari riferimenti all’hard rock “teatrale” quelli di Under Your Skin, il brano che, più degli altri, sintetizza pregi ma anche difetti (legati alla scrittura dei brani) dell’intero disco.
Il finale, come di consuetudine, è leggermente meno movimentato (Somethin’s Crawlin) e più ragionato (Perfect World, The Dark Side), studiato per definire al meglio i contorni lirici di un album che, come vi dicevo, si appoggia costantemente sul suo concept. Splendida la “ghost track” conclusiva: una ballata in chiave acustica a completare il repertorio eterogeneo di Appointment With Death.
Quello di Lizzy Borden, senza troppi giri di parole, è un disco per gli appassionati che aggiunge poco rispetto ai lavori precedenti ma che contiene episodi degni di nota e il trademark di un personaggio che ha fatto e fa parte della storia di genere. Consigliato senza riserve.
Gaetano Loffredo
Tracklist:
01.Abnormal
02.Appointment With Death
03.Live Forever
04.Bloody Tears
05.The Death Of Love
06.Tomorrow Never Comes
07.Under Your Skin
08.Perfect World (I Don’t Wanna Live)
09.Somthin’s Crawling
10.(We Are) The Only Ones
11.The Darker Side