Recensione: Archaic Creation
Gli Old Season sono una band nata a Dublino nel 2003 dalle ceneri dei Karnayna. Dopo diversi show suonati in Irlanda, nel 2005 pubblicano il loro primo EP dal titolo Volume One, che li porta a suonare su palchi decisamente importanti a supporto di band del calibro di Skyforger, Obituary e Anvil. Dopo le solite vicissitudini che portano la formazione a cambiare ripetutamente, nel 2008 la lineup della band si stabilizza e compone il materiale che andrà a formare la sua seconda release, ovvero l’album Archaic Creation di cui stiamo per parlare.
Il primo particolare che salta all’orecchio ascoltando Archaic Creation è la qualità di ogni singola traccia, sia a livello di songwriting, sia a livello di produzione, la quale non ha nulla da invidiare a dischi di gruppi ben più famosi con tanto di major internazionale alle spalle. Il genere proposto dal sestetto irlandese è un heavy metal molto personale tendente a volte verso lidi power; in ogni caso, la melodia delle singole tracce è sempre la chiave di volta che sorregge tutta la struttura. Il cantato non è la solita voce acuta e spensierata, anzi, in molte occasioni riesce a trasmettere perfettamente la malinconia di cui tutto il disco è impregnato. Negli intermezzi più lenti e struggenti sembra di essere di fronte a brani estratti dagli ultimi lavori dei Nevermore: infatti, la voce del cantante Frank Brennan è molto simile a quella di Warrel Dane e riesce a dare la giusta enfasi ad ogni traccia. La parte strumentale è comunque ben strutturata e originale, a partire dai riff di accompagnamento fino agli assoli sempre perfetti e mai scontati.
L’album apre con l’epica Meet me on the Battlefield, brano che da subito ci fa comprendere davanti a che tipo di lavoro ci troviamo: denso di emozioni e pathos, caratteristiche che ultimamente pochi dischi riescono a portare in evidenza. Altro episodio di rilievo è The Mission, canzone che inizia con uno struggente arpeggio di chitarra e la malinconica voce di Brennan a supporto, per poi crescere e diventare un mid tempo potente e melodico allo stesso tempo. Un accenno va fatto anche sulla conclusiva A Soldier’s Song, mini suite da sette minuti di pura poesia, con il talento della band in evidenza ad ogni nota.
Un debutto con i fiocchi questo Archaic Creation che, stranamente, ancora non ha trovato un’etichetta per la distribuzione. In ogni caso il disco è acquistabile sul sito web della band e vale la pena di essere ascoltato molte volte, perché non stufa o annoia. Sicuramente questi ragazzi faranno molta strada e l’attesa per il prossimo disco si fa già da ora spasmodica.
Stefano “Elrond” Vianello
Discutine sul forum relativo.
Tracklist:
1. Meet me on the Battlefield (4:49)
2. Forever Damned (5:07)
3. The Mission (6:50)
4. Prowler (6:29)
5. Bitter is the Wind (5:28)
6. At the Hollow (6:50) * MySpace *
7. The Heathens’ Dance (4:52)
8. A Soldier’s Song (7:12)
Line-up:
Frank Brennan – Vocals
Ciaran Doyle – Guitars
Jimmy Blanchfield – Guitars
Dave Copley – Bass
Dermod Smyth – Keys & Piano
Anto Walsh – Drums