Recensione: Are You Ready

Di Fabio Vellata - 27 Maggio 2009 - 0:00
Are You Ready
Band: Bai Bang
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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73


A spasso addirittura dal 1989 ed al quinto studio album in carriera, gli svedesi Bai Bang riemergono dopo ben dopo otto anni di oblio – interrotto solo nel 2006, dal greatest hits “Best Of Bai Bang” – giusto in tempo per cavalcare la nuova onda del glam rock scandinavo, mai come in questi anni, tanto prolifico e ricco di novità interessanti.

“Are You Ready” è un disco che non si pone problemi d’alcuna natura, né si preoccupa di particolari ed inutili sofismi in termini stilistici.
Party rock era quello che veniva proposto alle origini. Party rock è quello che fuoriesce anche oggi vigoroso dalle penne del non più giovanissimo quartetto, ancora una volta protagonista di un album dove i toni spensierati, i cori enormemente catchy e le melodie di facilissima assimilazione, sono le caratteristiche imprescindibili della quasi totalità dei brani offerti.
Asciutto e diretto, il messaggio arriva forte e chiaro, articolato lungo l’esigua durata di trentatré minuti per dieci canzoni che nulla inventano ma, giusto sottolinearlo, divertono parecchio e lasciano trasparire sorrisi e sensazioni gratificanti a iosa. Un menù a base di Bon Jovi, Pretty Maids, Def Leppard e Ratt si condensa intorno a tracce di buon livello ed ottima resa, dove l’anthem è prerogativa principe ed in cui non manca mai il ritornello canticchiabile, espediente ideale per garantire sin da subito un successo istantaneo sulle assi di un palco.

Abbracciando un po’ anche lo stile sfruttato dai Wig Wam e dai conterranei The Poodles (gruppi che, non dimentichiamolo, sono composti da musicisti altrettanto navigati ed esperti della scena nordica), brani come “Born To Rock”, “Party Queen”, “We Come Alive”, “Bad Boys” e “Bigtime Party”, codificano, nel bene e nel male, tutti quelli che sono gli stereotipi più conosciuti del glam rock in formato “party”, non lasciando nulla di intentato per giungere all’obiettivo finale.
Quello di far scapocciare allegramente l’ascoltatore, regalando poco più di una mezz’ora scanzonata e priva di pensieri per mezzo di un rock da arena sempre ricco di vitalità ed istinti positivi.
Unico frammento dal sapore decisamente meno festaiolo, è solo la lenta e sentita “Only The Best Die Young”, canzone che sin dal titolo, mostra un percepibile ed evidente alone di malinconia.

Il gruppo non sbaglia praticamente nulla, mostrando una piena identificazione con quella che è l’iconografia tipica del genere e permettendo in particolare al singer Diddi Kastenholt di sciorinare una prova d’ottima sostanza.
Unica e più evidente pecca è invece la qualità della produzione, non omogenea e dai valori incostanti, al punto tale da conferire al disco un curioso effetto “collage”, quasi come se la scaletta fosse assemblata con pezzi di differenti provenienze e non già dal medesimo platter.

Piccolo e tutto sommato marginale difetto ad ogni modo, soprattutto se raffrontato con la notevole bontà di “Are You Ready”, cd dotato di tutte le doti necessarie per piacere agli accaniti di glam ed hard rock, garantendo loro molteplici e reiterati ascolti in piena scioltezza.

Come al solito, e come sempre più spesso sperimentato, nulla di rivoluzionario. Ma, una volta ancora, un disco gradevolissimo, piovuto a noi direttamente da quell’Eldorado del rock chiamato Scandinavia.

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Tracklist:

01. I Love The Thing You Hate
02. Born To Rock
03. Party Queen
04. Are You Ready, I’m Ready
05. Only The Best Die Young
06. We Come Alice
07. Longtime Cumin
08. Bad Boys
09. All The Little Things
10. Bigtime Party

Line Up:

Diddi Kastenholt – Voce
Pelle Eliaz – Chitarra
Joacim Sandin – Basso
Jonas Langebro – Batteria

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