Recensione: Area 605
A tre anni di distanza da Back For The Future gli Spearfish tornano con il terzo album di una carriera che per ora non sembra voler decollare mai.
L’orientamento della band non cambia, e il suono continua ad essere quello che aveva fatto drizzare le orecchie ai tanti nostalgici che erano capitati nell’ascolto dei dischi precedenti: scandinavi di nascita ma anglosassoni nei suoni, gli Spearfish hanno messo anche in questo Area 605 un bel po’ di tradizione, unendo la scena prog rock degli anni ‘70 (Uriah Heep e Rush su tutti) al più spensierato hard rock melodico degli eighties. Ne esce un disco concettualmente molto piacevole, che non pecca di preziosismi tecnici e ostentata fissazione per le soluzioni fuori dal comune allo stesso modo di cui scampa il pericolo di suonare fin troppo lineare e banale.
Sono comunque le influenze dei ’70 a fare la parte del leone in questo disco, epoca testimoniata anche dalla presenza di un’ottima cover dei primissimi Rush (Limelight) posta a fare la sua più che discreta figura tra i primi episodi del platter. Soltanto di tanto in tanto escono allo scoperto venature più contemporanee (Reckoning) e solamente a fine disco fanno il loro energico ingresso un paio di cavalcate hard rock degne degli anni ottanta come Empty Eyes e la conclusiva Losing Myself, che riportano il disco sulle attitudini più dinamiche già respirate in apertura con The End. Non manca nemmeno la ballad sentimentale, sempre in formato eighties: All Said ‘N’ Done. Qui le linee vocali di Thomas Thulin lasciano il decennio di Salisbury e Fly by Night per approdare al timbro US della decade successiva.
Tirando le somme: Area 605 è un album discreto, ben suonato e abbastanza ricercato, ma incapace di dare alla band lo slancio necessario per osare l’ingresso in certe schiere di privilegiati. Una rimpatriata per i seguaci dei settanta, un disco troppo poco incisivo per gli amanti della scena hard rock successiva, un possibile nuovo amico per chi apprezza l’hard rock melodico al di là della “componente cronologica”.
Tracklist:
01 Fate
02 The End
03 Limelight
04 Lonely Souls
05 Burning Candles
06 Reckoning
07 Addiction
08 Empty Eyes
09 All Said ‘N’ Done
10 Broken
11 Losing Myself
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini