Recensione: Arise
Beneath the remains non avrebbe mai potuto avere un successore migliore di Arise, album con il quale i Sepultura riescono a far arrivare la propria musica anche nel vecchio continente, dove trovano un pubblico molto caloroso, grazie ai propri impressionanti live shows. Firmato con la Roadrunner, Max e soci con questo lavoro cominciano ad aquistare prestigio anche tra artisti già affermati nel metal estremo: l’etichetta infatti sembra puntare molto sui Jungleboys. Arise arriva come un vero e proprio riconoscimento “solenne”, ma anche come l’ultimo disco veramente estremo del gruppo. Sullo stesso filone dei lavori passati Arise è veloce, cattivo, violento e polemico; la band continua a sbizzarrirsi nelle contestazioni sociali e politiche, come caratteristico del loro songwriting.
La celebre title track è un vero esempio di violenza grezza, puro death/thrash sparato a duemila, giusto per cominciare subito a velocità folli. Oscuri rimbombi che sembrano provenire dall’inferno aprono “Dead embryonic cells”, in assoluto uno dei pezzi più belli dei Sepultura, che in modo forse un pò pessimistico si esprimono riguardo ai mali dell’esistenza umana. Inizia con un arpeggio la bellisima “Desperate cry”, canzone molto ben strutturata che vede un alternarsi di momenti più lenti e parti più veloci, il tutto condito dalla voce di un Max Cavalera che continua ad evolversi.
La band diviene proprio famosa in questo periodo per i suoi micidiali Live shows, e nella leggenda brilla ormai anche la data Italiana a Milano, cha lasciò negli headbangers presenti un segno indelebile. Continuano a susseguirsi brani molto violenti come “Murder” e “Subtraction”, mentre con la doomica “Under siege – Regnum irae” i ritmi diventano più oscuri e inquietanti, dimostrando le variegate capacità compositive dei giovani brasiliani.
Con Arise avviene la definitiva consacrazione di una band che dovette vendere l’anima al diavolo per arrivare alla notorietà internazionale: nel 1991, i Sepultura vengono definiti come i musicisti metal più promettenti del nuovo decennio, anche a seguito dell’improvviso declino di molte bands che negli ’80 erano i portavoce di un certo tipo di musica, e del manifestarsi del fenomeno grunge che cominciava all’epoca a dominare le scene mondiali. L’importanza dei Sepultura è riscontrabile anche nel fatto che esso è il gruppo che ha venduto di più sotto l’etichetta Roadrunner. Per concludere posso dire che a mio parere Arise rappresenta l’ultimo vero capolavoro dei Sepultura, uno di quei dischi che tutti gli amanti del metal estremo dovrebbero avere nella propria collezione.
OBLITERATION OF MANKIND UNDER A PALE GREY SKY WE SHALL ARISE
Arise
Dead embryonic cells
Desperate cry
Murder
Subtraction
Altared state
Under siege(Regnum Irae)
Meaningless movements
Infected voice