Recensione: Armamentarium
Puntuali come un orologio, i Neaera, a tre anni dal debutto si presentano a fine estate con il loro terzo album, Armamentarium.
Nati come side project di Tobias Buck, i teutonici di Münster ben presto sono diventati più che uno sfizio per sfogare la vena hardcore del loro leader. Anzi, ora come ora si tratta di un progetto musicale a tempo pieno su cui puntare. E a cui, a volerla dire tutta, si può dare tranquillamente una possibilità.
Strumentalmente il quintetto è sicuramente capace: tecnicamente è molto valido infatti, pur senza eccedere in particolari virtuosismi. Trattasi più che altro di notare qua e là i preziosismi con cui vengono arricchite le tracce soprattutto da parte di Sebastian Heldt dietro le pelli, a detta di chi scrive davvero un ottimo musicista.
Le canzoni contenute in Armamentarium sono belle compatte. Dei veri e propri macigni che colpiscono senza soluzione di continuità da inizio a fine. Il difetto è però un’eccessiva monotematicità della proposta: solo dopo plurimi ascolti si inizierà, a parere di chi scrive, ad imprimere nella mente qualche canzone dando l’idea di avere per le mani un cd ottimamente suonato, ma che rischia di lasciare poco del suo passaggio.
A livello stilistico i Neaera sono un mix di band di stampo melodico: The Black Dahlia Murder per esempio. Non solo però, perchè fin dai primi ascolti si notano da subito i richiami ad una gruppo in particolare, gli Amon Amarth. Questi ultimi si ritrovano soprattutto allorchè si arriverà alla title track, le cui aperture melodiche sono figlie del death metal “epico” della band di Johann Hegg. Altre citazioni sono sparse qua e là, con particolare attenzione da prestare sul finale estremamente emozionale di “The Orphaning”.
A ciò si andrà ad aggiungere un ulteriore tassello citato ad inizio recensione: una spruzzata -core, dato dal riffing incalzante e potente nonchè dagli stoppati secchi piantati tra capo e collo dalla band qua e là nel corso del cd.
Armamentarium è un disco che, nonostante abbia diversi lati positivi – tra cui spicca la prova davvero ottima Benjamin “Benny” Hilleke, capace di cimentarsi su diversi stili in maniera egualmente ottima – non è esente da aspetti negativi: in primis non ci sono canzoni che rimangono impresse più di tanto, ma è piuttosto pensandolo nella sua globalità che il full length può essere considerato positivamente; più che altro vive di sprazzi, di momenti che catturano l’attenzione e di altri che invece la fanno decadere. La cosa più grave è che i Neaera, in virtù del citazionismo precedentemente evidenziato, sembrano peccare un poco di personalità. A questo proposito, per il futuro, dovrebbero lavorare al fine di trovare un maggiore spessore.
Il risultato è sicuramente positivo all’ascolto e come tale non può essere considerato un flop visto che si lascia ascoltare con piacere. Rischia, però, di scivolare via senza lasciare traccia di sé dopo poco tempo.
Tracklist:
1. Spearheading the Spawn
2. Tools of Greed
3. Armamentarium
4. Synergy
5. Harbinge
6. In Loss
7. The Orphaning
8. The Escape From Escapism
9. Mutiny of Untamed Minds
10.The Need for Pain
11.Liberation
Lineup:
Benjamin “Benny” Hilleke – Voce
Tobias Buck – Chitarra
Stefan Keller – Chitarra
Benjamin Donath – Basso
Sebastian Heldt – Batteria