Recensione: Army Of Ghosts

Di Stefano Ricetti - 14 Agosto 2023 - 10:09
Army Of Ghosts
Band: Fairytale
Etichetta: Pure Steel Records
Genere: Heavy  Power 
Anno: 2023
Nazione:
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62

I Fairytale sono cinque bei metallaroni della Ruhr tutti toppe, borchie e chiodo – o gilet – d’ordinanza che giungono con Army Of Ghosts al loro terzo album in carriera. Quarantadue minuti di musica declinati lungo dieci canzoni, il tutto licenziato sul mercato dall’inossidabile Pure Steel Records di Schwarzenberg /Erzgeb.

Fondati nel 2000 dal chitarrista Colin Buttner esordiscono ufficialmente solo sei anni dopo per il tramite dell’Ep Book of Fairytales, al quale seguono i due full length Rise of the Twilight Lord (2011) e Battlestar Rising (2017). Dopo gli inevitabili cambi di formazione si assestano intorno a Buttner il cantante Carsten Hille, l’altro chitarrista Stefan Absorber, il bassista Hendrik Klahold e il batterista Fabius Farkas.

Pur essendo defender fino al midollo i cinque di Recklinghausen stranamente per Army Of Ghosts optano per un copertina che parrebbe disegnata su misura per un album di horror metal piuttosto che di power puro, ma anche di queste stranezze si ciba l’empireo heavy metal e probabilmente va bene così. Di sicuro va bene così ai Fairytale.

Dopo l’intro di prammatica, intitolato “The Altered” ci si tuffa in una serie di tracce che lasciano poco spazio all’immaginazione e ancor meno alla sperimentazione. Quello dei Fairytale è massiccio heavy metal senza se e senza ma con qualche spunto melodico e alcune tracimazioni verso il power prevalentemente di marca teutonica. Inevitabili gli accostamenti agli Iron Maiden nel momento in cui i tedeschi si cimentano in cavalcate che più classiche non si può. Carsten Hille non è un fenomeno ma quello che deve fare lo fa con convinzione e Army Of Ghosts di momenti per scapocciare come se non vi fosse un domani ne fornisce qualcuno degno di menzione sebbene la produzione lasci un po’ a desiderare mortificando in moltissime occasioni l’impatto d’insieme. Nonostante questo fra i momenti migliori spiccano “Horace P”, la title track e “Voices From Inside”.

Peccato incorrere in situazioni ove il calo di mordente dei Fairytale sia palese, come nella martellante “1428”, vicina agli Hammerfall, poi “Possessed” che, se sviluppata a dovere avrebbe potuto costituire l’highlight del disco. Cosa non avvenuta. A seguire “Morningside” e “Elizabeth Done”, sulla stessa scia.

Army Of Ghosts non cambia di una virgola la storia dell’heavy e del power, semplicemente va a sommarsi a tutta quella genia di normalissimi album che continuano nel solco della tradizione, strafregandosene di cosa accade là fuori, come se il mondo di fosse cristallizzato negli anni ’80 e ’90.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

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