Recensione: Arrival
Nel 2007 Dave Starr lascia i Vicious Rumors dopo averli seguiti durante le registrazioni del riuscito Warball. È l’ennesimo momento di grande cambiamento per il combo americano e da qui in avanti si susseguiranno mille sostituti più o meno durevoli per una lineup che si può tranquillamente definire instabile ancora oggi.
Durante questi anni che fine ha fatto Dave? Non è stato certamente con le mani in mano e, oltre ad essere tuttora il bassista dei Chastain, si è dato da fare trovando in London Wilde una perfetta controparte per le sue velleità artistiche e da questo sodalizio è nato il progetto WildeStarr. Lo stile è quello di un heavy metal roccioso e di stampo prettamente americano con orchestrazioni e tastiere a fare da sottofondo al tutto e la voce di London chiamata ad esprimersi in modo piuttosto versatile.
Proprio la talentuosa vocalist è la sorpresa positiva di questo debut album dal titolo Arrival. Anzitutto la sua timbrica acutissima le permette di reggere il confronto con maestri dello US Metal come John Cyriis (ex-Agent Steel) o James Rivera (Helstar, Malice, ex-Vicious Rumors, ex-Seven Witches), giusto per citarne un paio. Quello che, però, stupisce, è il fatto che in certi frangenti non sembri proprio una donna, ma un maschiaccio dalla voce un po’ più acuta del solito. La sua grinta accompagna l’ascoltatore per tutta la durata di un disco che dalle sue linee vocali trae l’elemento di maggior impatto.
Dal canto suo Dave Starr si propone nell’inedita veste di chitarrista ed il risultato non è malvagio con un riffing tagliente e sporco che ha il compito di intessere armonie semplici, ma efficaci. Oltre a questo va anche detto che gli assoli sono di buon gusto, mentre la sezione ritmica non viene messa più di tanto in risalto da dei suoni che avrebbero probabilmente dovuto essere più potenti e rombanti.
Brani come l’introduttiva Rose In The Dark o Rise sono dei veri gioielli di heavy metal made in U.S.A. ben rappresentati dalla chitarra di Dave dall’ugola di London, a proprio agio sia con tonalità altissime che medie. Con Generation Next, poi, si toccano suggestioni quasi thrash per una canzone tirata e rocciosa al cui fianco arriva Nevermore, ballad dal retrogusto anni ’80 tutto sommato nemmeno troppo ispirata. Episodio che si merita la palma di brano meno brillante del lotto è In This World, canonico power metal di stampo statunitense senza colpi di coda o lodi particolari.
Insomma, il buon Dave ha confezionato un progetto condito da diverse luci, ma anche da qualche ombra che abbassa leggermente il livello qualitativo di un disco comunque di tutto rispetto. D’altronde si parla comunque di un professionista che sa fare il suo mestiere ed il fatto di trovarlo impegnato anche con la chitarra stupisce in maniera molto positiva. Per gli appassionati di heavy metal duro, potente e senza troppi compromessi, i WildeStarr potrebbero rappresentare una piacevolissima sorpresa, soprattutto in attesa del loro prossimo disco che dovrebbe uscire, salvo imprevisti, entro il 2011.
Andrea Rodella
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Tracklist:
1 – Rose in the Dark
2 – Arrival
3 – Touching God
4 – Rise
5 – Down of the Sun
6 – In this World
7 – Generation Next
8 – Nevermore
9 – Voice in the Silence
10 – The Chain
Durata: 54:28 min.
Lineup:
London Wilde – Vocals, Keyboards
Dave Starr – Guitar, Bass
Jim Hawthorne – Drums