Recensione: Art of Life
Penso che nessuno di voi o solo una piccola parte conosca gli X Japan. Gli X Japan sono la più grande band metal mai esistita in giappone, sfortunamente si sono sciolti nel 1997, dopo che Toshi, il cantante, ha deciso di seguire i suoi progetti personali, e anche a causa della morte del loro lead guitarist “hide” prima di una vociferata reunion per il 2000, quindi non ci sono speranze che il gruppo possa ritornare sulle scene nella sua formazione originale.
Parliamo dell’album adesso. Solo una canzone, di ben 30 minuti…ma che canzone!!!! Art of Life è esattamente quello che il titolo vuole dire, il racconto di una vita in emozioni trasmesse attraverso la musica. Con questa impressionante canzone melodica, Yoshiki (batteria, piano e compositore principale) tenta di trasmettere tutte quelle emozioni e sensazioni che si possono provare durante una vita intera: felicità, tristezza, solitudine, dolore, paura, disperazione.
E’ questo che il brano vuole trasmettere e ci riesce quasi in pieno, trasmettendo molte di queste emozioni all’ascoltatore attraverso lente melodie orchestrali e veloci momenti metal.
L’unica nota stonata all’interno di questa produzione è la parte centrale del brano, un’assolo di ben 7 minuti di pianoforte in cui il suono va piano piano distorcendosi, probabilmente per rappresentare sensazioni come paura e pazzia, malinconia e disperazione, ma che ai più darà fastidio essendo un assolo molto particolare e probabilmente eccessivamente lungo e noioso (almeno per 90% degli ascoltatori risulterà insopportabile). Bisogna semplicemente accettarlo per quello che è, “un momento della tua vita in musica“.
La voce di Toshi non è paragonabile a quelle occidentali che siamo abituati a sentire (infatti il timbro sonoro è molto differente), ma rende perfettamente per il tipo di canzone, che tra l’altro è una delle poche canzoni degli X completamente in inglese. Durante la canzone si sente anche una voce femminile che spiega alcune delle emozioni che la musica vuole trasmettere. Le chittare sono molto melodiche e tecniche allo stesso tempo, senza però raggiungere i virtuosismi del metal d’occidente (anche perchè in una canzone di questo tipo non è necessario), da sottolineare la bravura di “hide”, che ho avuto il piacere di ascoltare in svariati altri brani e che anche dal punto di vista tecnico non ha nulla da invidiare ai migliori musicisti in circolazione. La batteria è forse la parte migliore della composizione, suonata in modo ottimo e veloce.
In conclusione Art of Life è uno dei migliori connubi tra metal melodico e classica che possiate sentire, è un album tecnicamente buono senza però eccellere in nulla di particolare (soprattutto rispetto a quello che siamo abituati a sentire ai giorni nostri).
Se siete degli ascoltatori incalliti di metal potente e senza un’attimo di tregua vi posso consigliare di ignorare questo lavoro (abbassate il voto a 60), ma se avete la pazienza di sentire qualcosa di diverso dal metal Europeo o Americano e siete amanti del melodico/sinfonico allora questo è uno dei pochi brani che riusciranno a tocchare le corde della vostra anima e a farla tremare di emozione con ogni singola nota (potete considerarlo anche un 100 o addirittura di più).
Tracklist:
01. Art of Life (28.56)
Written by, David “Enkidu” Bossi, The Wildman