Recensione: Artes Moriendi
Eccoci qui a recensire il demo intitolato Artes Moriendi della band bolognese dei De Profundis Clamavi.
Il genere proposto dalla band è senza ombra di dubbio un black di stampo piuttosto canonico con inserti strumentali e secondo la migliore tradizione di band come i Marduk e i primi Dimmu Borgir. Diciamo quindi subito che chi non gradisce questo genere in particolare, è proprio meglio che si rivolga altrove, invece per gli appassionati del metallo nero del nord europa ecco al contrario una succosa uscita che li farà contenti.
Ma non perdiamoci in convenevoli e cominciamo subito a parlare del demo.
Come dicevo il genere musicale proposto dai De Profvndis Clamavi è accostabile a quello dei primi Dimmu Borgir e dei Marduk più melodici. Si parla quindi di chitarre con granitici riff e batteria sempre velocissima ma anche di un uso delle tastiere volte a intessere interessanti partiture orchestrali.
A queste che sono caratteristiche salienti anche dei gruppi precedentemente già citati vanno aggiunti anche alcuni passaggi di organo utilizzati in particolare come stacco, come pausa, tra i momenti più violenti delle canzoni e che creano una certa atmosfera. In particolare questo avviene nella prima traccia Sephulcre in cui l’organo potrebbe essere la colonna sonora ideale di un funerale.
Altra caratteristica da non dimenticare e che secondo me è un piccolo punticino in più per questa band, è l’uso in alcuni momenti della lingua italiana. In particolare nel primo e nell’ultimo brano. Ovviamente si tratta sempre di cantato growl e quindi per molti, soprattutto i poco avvezzi a questo particolare modo di cantare, poco comprensibile. Eppure il cantato growl in italiano anzichè in inglese ha un suo senso e un motivo di esistere perchè la musicalità delle due lingue è molto diversa.
Dal punto di vista della produzione inoltre bisognerebbe soffermarsi sul come, pur trattandosi di un demo, essa sia molto buona con l’unica eccezzione della batteria che si alterna tra alti e bassi, in alcuni momenti è ben resa mentre in altri è quasi nascosta e resa tra l’altro con suoni che farebbero pensare a un trigger più che a una batteria suonata veramente.
In conclusione un buon demo che potrebbe fare la felicità degli appassionati del black metal di stampo nord-europeo ma suonato qui a casa nostra. Per i curiosi e gli appassionati di tracce nascoste, sottolineo come l’ultimo brano non finisca a 3 minuti e qualche secondo, ma riprenda dopo una pausa di pochi minuti a circa 30 secondi dal termine. Riguardo a cosa riservi la ghost track non vi anticipo nulla, altrimenti che sorpresa sarebbe?
Contatti:
deprofvndisclamavi@hotmail.com
deprofvndisclamavi@supereva.it
Tracklist:
01 Sephulcre
02 They’re Calling
03 Bleeding Nightsky
04 River of Blood
05 Correndo giù per un abisso mi accorsi di non avere le ali
Alex “Engash-Krul” Calvi