Recensione: As Above – So Below

Di Gaetano Loffredo - 4 Marzo 2008 - 0:00
As Above – So Below
Band: Deliverance
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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64

As Above – So Below è il tredicesimo (!!) album di un gruppo considerato tra i precursori del Christian Metal, e giunto a destinazione sei anni dopo il controverso Assimilation. Degli americani Deliverance si erano un po’ perse le tracce, e pensare che i video dei vecchi dischi (quello di Weapons Of Our Warefare più degli altri) giravano con una certa frequenza all’interno della trasmissione televisiva “Headbanger’s Ball”.
Il ritorno discografico è degno del nostro massimo rispetto: nessuna sperimentazione industrial che aveva danneggiato Assimilation tanto da decretare il coma farmacologico della band, ma tanto heavy, speed e thrash alla base del sound di Jimmy P. Brown e compagni: la resurrezione artistica è in atto.

La potenza si mischia con l’eleganza del progressive metal, altro particolare (molto meno evidente però) che va ad aggiungersi al resto, per un composto che si lascia apprezzare nel suo intero senza suscitare eccessivi entusiasmi.
Non mancano varietà e perizia tecnica, tredici dischi sulle spalle si sentono. Piuttosto, l’estro compositivo porta la band americana ad una miriade di degenerazioni strumentali che spesso travalicano la “linea guida” del brano, influendo, di conseguenza, anche in modo negativo.
 
As Above – So Below si apre con un’intro strumentale, Legum Servi Sumus Ut Liberi Esse Possimus, che indica la presenza di un corpo sonoro massiccio: è il turno di Cause & Effect e del canto invasato di Brown, molto simile a quello di Warrel Dane sia in fase di approccio che nella timbrica, anche se il brano successivo, Return To Form, denota una secca propensione al modernismo vocale.
Super compresso il suono della chitarra elettrica di Mike Phillips, invitante nel caso della title track, fondamentale nel processo evolutivo di Screaming, la traccia più intensa e col riff più “malsano”.
La violenza di Should We Cross Paths ribadisce l’appartenzenza al thrash metal, e nella stessa categoria andranno fatte confluire le poderose Contempt e My Love.

Il disco non presenta cali vistosi, ma nemmeno picchi esorbitanti; il giochino dura finchè non ci si stanca della peculiarità di base: l’interazione tra la crudezza delle chitarre elettrice (ritmica e solista), i cambi di tempo, e gli interventi vocali di Jimmy P. Brown. L’album è tutto qui.

As Above – So Below è un prodotto calligrafico, “bello da vedere”, forse pretenzioso, ma mai incisivo quanto basta per accedere ai piani superiori.
Il gruppo sopperisce alle lacune compositive con l’esperienza che li ha scortati fino a pubblicare il tredicesimo disco della loro carriera e, nonostante la grande attività discografica, il livello qualitativo si attesta su livelli poco più che sufficienti. A qualcuno basterà.

Gaetano Loffredo
 

Tracklist:
01.Legum Servi Sumus Ut Liberi Esse Possimus (Intro)
02.Cause & Effect
03.Return To Form
04.As Above – So Below
05.Screaming
06.Should we Cross Paths
07.Contempt
08.Thistles
09.My Love
10.Enlightened

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