Recensione: As The Sun Sleeps
Nati dall’unione delle forze di Travis Johnson – ex bassista dei criticatissimi In This Moment, qui nelle inedite vesti di cantante – e del chitarrista e produttore Brian Jackson, gli Invidia giungono al debutto discografico con un album a base di puro groove metal a stelle e strisce intitolato “As The Sun Sleeps”.
Quella di Johnson non si può certo definire un’ugola d’oro ma, a fronte di una (iniziale, ma ssuccessivamente stemperata) sensazione di eccessiva uniformità a livello di soluzioni vocali e tenendo comunque conto che si tratta della sua prima esperienza dietro al microfono, va riconosciuto che l’ex In This Moment se la cava piuttosto bene.
Il registro sonoro è perlopiù quello aggressivo e distorto tipico degli ultimi Pantera ma Johnson di districa piuttosto bene anche nei frangenti più melodici laddove emergono chiare influenze di marca Mudvayne/Hellyeah (come nel caso della rotonda “Feed The Fire”) o addirittura riusciti omaggi ai vecchi Alice In Chains.
Gli undici pezzi in scaletta non offrono particolari spunti di genialità; tuttavia, a parte un paio di episodi sottotono in corrispondenza della parte centrale dell’album (“Smell The Kill”, “Till Death”), si difendono bene grazie al solido lavoro di basso e chitarra e all’apprezzabile capacità di tirare fuori dal cilindro melodie riconoscibili e sufficientemente catchy da non scadere nell’anonimato.
Pantera, Hellyeah e Mudvayne sono certamente i riferimenti più eclatanti a livello sonoro, senza dimenticare la lezione dei Five Finger Death Punch (il bassista Matt Snell proviene proprio dai 5FDP), ben udibile tra le pieghe della semi-ballad “Rotten” e della nu-metalleggiante “Step Up”.
Il finale di tracklist, assieme all’incipit, regala i momenti migliori di tutto l’album, con la carica thrashy della Panteresca “Truth In The Sky”, il riuscito connubio atmosfera/melodia di “The Other Side” e il groove devastante della conclusiva “As The Sun Sleeps”, degnissima conclusione di un disco magari non troppo originale ma dotato delle proverbiali palle quadrate.
Se vi piacciono questo genere di sonorità, “As The Sun Sleeps” è un prodotto più che dignitoso, pensato (con successo) per farvi scapocchiare sui riff scolpiti dalle chitarre ribassate, ringhiando nel contempo i riusciti ritornelli intonati con un certo savoir faire da Travis Johnson. Un album onesto, che non promette la luna ma riesce nel non semplice intento di risultare molto piacevole e divertente, lasciando peraltro intravedere ampi margini di crescita.
Stefano Burini