Recensione: As The World Bleeds

Di Ottavio Pariante - 13 Marzo 2012 - 0:00
As The World Bleeds
Band: Theocracy
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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82

Il silenzio dopo un rumore sordo che annichilisce i pensieri. Il peccato purificato dalla speranza di un giorno di sole dopo un’era di oscurità: benvenuti tra gli angoli più nascosti e misteriosi del nuovo capitolo discografico dei Theocracy, “As the world bleeds”.
A tre anni di distanza dal monumentale “Mirror of Souls”, la band americana torna a incidere sulla lunga distanza: per chi non li conoscesse, i Theocracy sono da considerarsi uno dei gruppi di punta del filone chiamato “Christian Metal”, genere che negli ultimi tempi sta andando fortissimo reclutando un numero di adepti sempre più ampio grazie a una serie notevole di buone uscite, concepite da gruppi di grande esperienza, in possesso di ottima tecnica e di spiccate doti ideologiche.
Andando nello specifico, i Theocracy oltre a seguire alla perfezione quelli che sono i canoni del genere, ci mettono molto del loro, esaltando al limite quello che è l’aspetto emotivo dei testi e delle tematiche trattate; viene ricreata un miscela mistica ed esplosiva di melodia, tecnica e velocità, puntando molto sulla potenza e precisione della sessione ritmica, facendo un uso magistrale degli inserti sinfonici e dei cori donando all’album un aspetto regale.
Se “Mirror Souls” in un certo senso aveva sorpreso per la sua innegabile perizia e pulizia in tutti i suoi aspetti, ”As the world bleeds” si pone un gradino sotto, perché, a mio avviso, nonostante sia un album pazzesco, manca di quella follia rigenerante che aleggiava felice nel disco precedente.
Sono dieci,  i pezzi che compongono questa nuova fatica discografica, per quasi un’ora di  power metal dalle forti tinte epiche e sinfoniche, corredati da qualche spunto progressivo o tendente al thrash.

Si parte subito con il brano più lungo e delicato dal punto di vista concettuale e tecnico del lotto, “I Am”. Undici minuti di pura classe e personalità, mai uno sbadiglio o uno sbandamento, la cascata di note e di suoni prodotti dalla band vanno dritti al bersaglio con un finale sempre in crescendo, da applausi.
Già dalle prime battute di questo “As the world bleeds” si può constatare la personalità e la bravura di Matt Smith dietro il microfono: è sempre interessante il suo modo di approcciare il brano, molto preciso, si fa trascinare dalle emozioni e dagli eventi, esaltando all’ennesima potenza l’impatto emotivo del brano.
Il secondo pezzo “The Master Storyteller” invece, risulta essere completamente diverso del brano precedente con il suo incedere più diretto sostenuto da un mid-tempo possente e preciso: con il suo carattere gioioso e spensierato saprà catturare l’interesse dell’ascoltatore, ma non sposterà sicuramente gli equilibri per un possibile giudizio finale.
Discorso totalmente diverso per il pezzo seguente, il terzo, ”Nailed”, dal peso specifico non indifferente grazie alla sua grinta, ai suoi cambi di umore e di ritmo; cantato e suonato in maniera magistrale, entra di diritto nel lotto dei migliori pezzi dell’intero disco.
Una delle pecche di questo album consiste nella presenza di qualche “filler“ di troppo, come la successiva “Hide in the Fairytale”; presi singolarmente non sono male, ma alla fine dei conti non si amalgamo bene con il messaggio che vuole dare la band, spezzando l’equilibrio che si è venuto faticosamente a creare, come l’emotività profusa dalle note e altri piccoli particolari che solo chi lo ascolta può capire. Niente di personale, ma è sicuramente l’unico aspetto contraddittorio fino ad ora presente.
Piccolo inciampo subito sistemato dalla seguente “The Gift of Music”. Un brano incredibile a tratti folle, ma semplicemente coinvolgente che recupera atmosfere “happy” quasi fanciullesche per miscelarle con perizia ad autentiche bordate power dal sapore neoclassico. Un pezzo splendido che lascerà di stucco l’ascoltatore.
Un alone di oscurità ci avvolge nella successiva “30 Pieces of Silver” che mantiene con fierezza i connotati del classico pezzo alla “Theocracy”: intenso, aggressivo, dotato di un impatto emotivo devastante, melodico quanto basta e cantato in maniera sublime. Tutto molto bello, a tratti bellissimo, curato e con una produzione al limite dell’eccelso: l’impianto tastieristico è sempre presente, ma non è mai ingombrante, sa arricchire la proposta senza spogliarla della sua immediatezza.
L’accenno alle tastiere non è casuale in quanto, nelle successive  “Drown” e “Altar to the Unknown God“ i Theocracy aggiungono al loro songwriting già corposo,  elementi AOR che donano una luce ancora più splendente e ridente alle suddette composizioni, guadagnando tantissimo dal punto di visto tecnico e uscendo così fuori dall’anonimato.
Siamo arrivati quasi al termine, ma i colpi di scena non sono finiti e risiedono nei titoli di coda. Con “Light of the World” viene riproposto, con risultati ancora più esplosivi, lo spirito ”happy” tanto caro ai vecchi Helloween, Gamma Ray e simili, con doppia cassa martellante, cori impazziti e assoli fulminanti. Un pezzo di altri tempi che fa da apripista a uno dei tanti capolavori presenti in questo “As the World Bleeds”. Un dolce piano introduce la titletrack che inizia in maniera educata, soffusa, docile, vestendo i panni della ballad, con uno Smith sempre al comando con la sua voce calda e avvolgente, per poi gettarli al primo crescendo, trasformandosi in una belva impazzita.
Una chiusura imponente grazie ai suoi continui cambi di ritmo, ai vocalizzi e ai cori sempre esemplari. Un finale che cancella qualche imbarazzo di troppo nella parte centrale del disco rimediando alla grande. Un ritorno alla Theocracy.

Ottavio ”octicus” Pariante

Tracklist:
1. I Am 11:00
2. The Master Storyteller 04:09
3. Nailed 06:25
4. Hide in the Fairytale 04:27
5. The Gift of Music 07:12
6. 30 Pieces of Silver 05:08
7. Drown 05:29
8. Altar to the Unknown God 05:44
9. Light of the World 04:28
10. As the World Bleeds 07:57

Line up:
Johnathan Hinds: Guitar
Shawn Benson: Drums
Matt Smith: Vocal and keyboards
Jared Oldham: Bass
Val Allen Wood: Lead Guitar

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