Recensione: Ascendancy
Ed ecco arrivare anche il secondo lavoro per gli Infinite & Divine, il progetto musicale nato dalla collaborazione tra il polistrumentista Jan Åkesson e la cantante Tezzi Persson. Un sodalizio nato quasi per caso quello tra i due musicisti svedesi che, conosciutisi tramite amici in comune, hanno così deciso poi di dar vita a quest’avventura artistica. Dopo il buon esordio del 2021 eccoli tornare ora con il nuovo lavoro Ascendancy, edito come il precedente sempre per Frontiers Music. Progetto quello degli Infinite & Divine, che ruota sostanzialmente attorno alle due figure di Tezzi alla voce ed Åkesson ad occuparsi delle chitarre, tastiere e basso. Come turnisti poi troviamo Jens Westberg alla batteria oltre ad il tastierista Mikael Hylén che dà il suo contributo unicamente per un brano.
Il disco è basato su di un hard rock-metal melodico che spazia da sonorità anni 80 a quelle più moderne, con un occhio di riguardo a band come Evanescence ed Halestorm (nome ques’ultimo da non confondere con quello di quei grandi trangugiatori di rum degli Alestorm).
Le prime battute di Ascendancy sono affidate alle note di Ashes To Ashes, un melodic metal con velate influenze sympho. Subito si mette in evidenza la cantante Tezzi Persson grazie ad una prestazione grintosa che però non perdere mai di vista la melodia. L’hard rock di Larp procede su queste stesse coordinate con la voce di Tezzi che cavalca i riff precisi sfoderati dalla chitarra di Åkesson.
L’album si muove su di un raggio d’azione abbastanza ampio. Infatti, pur restando nel campo del metal melodico, si spazia dall’hard rock con tinte AOR fino ad arrivare ad un metal più moderno con una particolare attenzione alle più note female metal band. I brani presenti variano da quelli con attitudine più solare, altri più foschi senza far mancare episodi più energici. Le composizioni sono molto raffinate con suoni cristallini ed arrangiamenti curati. Anche negli episodi più sostenuti il duo svedese cerca di non premere troppo sul pedale dell’acceleratore restando su ritmiche sempre ben calibrate.
Ci imbattiamo così nelle sonorità ottantiane di Our Time, oppure la ballad Forever With Me, con la prestazione della Persson che strizza l’occhio a certe cose di Cher. Non mancano poi come già evidenziato composizioni più decise come Silent Revolution, che con il suo tiro moderno alla Evanescence riesce a dare al lavoro un sapore contemporaneo.
Durante l’ascolto poi gli Infinite & Divine trovano anche lo spazio per inserire una semi-ballad dark delle tinte cupe e nebbiose come Leave Me.
“Ascendancy” pur senza far urlare al miracolo scorre via piacevole. Jan Åkesson sa dosare nella giusta maniera riff di chitarra e partiture di tastiere sempre gradevoli e di buon gusto. Gli assoli poi, sono sempre scorrevoli e facilmente fruibili. La batteria è precisa ed essenziale, forse tenuta un po’ al guinzaglio. Ma alla fine Jens Westberg esegue comunque con professionalità il lavoro che gli viene richiesto.
Remedy gioca la carta del cantato orecchiabile con la voce di Tezzi che riesce ad essere ancora coinvolgente. I Hold My Life riprende certe atmosfere cupe mescolandole a ritmiche più massicce.
Parasite si presenta con la forma di un mid tempo in cui si punta ancora sulla melodia con un fraseggio di tastiere dal sapore sinfonico che si fa spazio tra i taglienti riff di chitarra.
Down è un brano vivace con un assolo scoppiettante. In conclusione ecco arrivare Small Deeds, un pezzo sostenuto con innesti di tastiere dal sapore Europe dove Tezzi Persson fa ancora una volta bella mostra della sua estensione vocale.
Alla fine ci ha visto bene Åkesson, nonostante i suoi numerosi impegni di musicista e produttore, a dare vita anche al progetto Infinite & Divine.
Forse deve aver intuito le capacità vocali di Tezzi, oppure semplicemente ha trovato l’intesa giusta con la cantante. Sta di fatto che Ascendancy è un lavoro genuino ed onesto. Un disco scorrevole e di facile ascolto, ben eseguito e con i vari strumenti tutti dosati nella giusta misura.
Un prodotto che senza avere la pretesa di diventare una pietra miliare del genere, può risultare fruibile ad un’ampia gamma di pubblico.
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