Recensione: Ascending To Red Heavens
Il fascino del primordiale.
Non si potrebbe spiegare altrimenti, sennò, il fatto che una band come i Terminate riesca a raggiungere e tagliare il traguardo della pubblicazione del proprio debut-album con una label del calibro della Selfmadegod Records. In più, dopo solo tre anni scarsi di esistenza nonché un demo (“Demo”, 2011) e un EP (“Ascending To Red Heavens”, 2012) alle spalle.
Tale constatazione, è bene evidenziarlo immediatamente, non è per nulla una stroncatura del progetto musicale messo su da John Porada e compagni quanto la dimostrazione che, anche nel 2013, rimane irresistibile l’impulso dei fan verso le forme più primitive del death metal. Possessed e Morbid Angel, insomma, sono stati punti di riferimento per le generazioni diventate adulte alla fine degli anni ’80 e, fatto ancora più importante – forse – , lo sono ancora per coloro che, oggi, varcano il confine dell’adolescenza.
A onore del vero, più che alle due leggende più su menzionate, il quartetto statunitense si rifà al death metal svedese, non melodico, d’inizio anni ’90. Dismember ed Entombed in primis. “Ascending To Red Heavens”, difatti, è del tutto privo di qualsiasi riferimento al thrash che, nei disegni embrionali del death, ne contaminava pesantemente i tratti. Più che vintage, il sound degli americani rappresenta un vero e proprio viaggio nel tempo. Tutto quanto, infatti, è stato accuratamente riprodotto in modo impressionante per generare con la massima accuratezza possibile le atmosfere marce e corrotte di lavori storici come per esempio “Indecent & Obscene” (1993) dei già nominati Dismember. La copertina e i temi trattati ne sono un emblema. Ma non solo, è anzi e soprattutto la musica a tirar fuori dall’anima dei Terminate la loro indiscutibile passione per il ‘vero’ death metal e la loro fedeltà alla linea.
Le chitarre dello stesso Porada e di Cardella, per iniziare, sono un concentrato di putridume: a un suono maniacalmente involuto e grezzo si accompagna un riffing assai spettacolare. Fatto di accordi disgustosamente stoppati che, molto spesso, in occasione degli stop della sezione ritmica, devastano le membrane degli speakers a mo’ di segaossa impazziti. I due axe-man non si tirano indietro neppure se si tratta di azzardare qualche solo, riuscendo ad aumentare la sensazione di morbosità che trasuda da ogni traccia del platter. Ovviamente del tutto elementare, ma non poteva essere altrimenti, la sezione ritmica. Alfred Mulle bombarda a tappeto l’auditorio con il suo basso sostanzialmente mononota, mentre Jim Smith si dimena come un ossesso dietro le pelli costruendo un sempiterno quattro quarti dal gustosissimo sentore di bieco ‘trascinamento’; non mancando, in qualche occasione, di infilarsi in dei blast-beats un po’ improvvisati. A tal proposito, l’essenziale lavoro di missaggio/masterizzazione/registrazione compiuto da Tim Pearson consente di cogliere qualche errore e/o imprecisione che, in un’epoca ove vige il perfezionismo assoluto, donano all’opera un ineguagliabile odore di… repellente umanità.
Non particolarmente interessante, invece, il songwriting, intrappolato nei rigidissimi stilemi di una proposta che non ammette alcuna divagazione dal soggetto principale. La dinamicità delle varie canzoni non viene mai meno, come la loro consistenza e continuità stilistica. Tuttavia, come purtroppo spesso accade in questi casi ove regna l’ortodossia, la monoliticità della confezione dà luogo a un insieme di brani troppo simili fra loro. Il tiro che essi possiedono non mancherà di devastare il pubblico, in sede live, ma su disco alla lunga il tedio si fa strada fra “Answered In Lead” e “Iron Supremacy”, annebbiando l’attività neurale tesa a memorizzare i diversi passaggi.
Comunque, nonostante questo difetto senz’altro non da poco, “Ascending To Red Heavens” regalerà dei buoni momenti sia a chi vorrà immergersi nel passato, sia a chi di questo intenderà respirare l’aria per la prima volta. I Terminate non saranno dei geni, ma il loro sporco lavoro lo fanno dannatamente bene.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Tracce
01. Answered In Lead 3:50
02. Demonic Instinct 2:41
03. Numb 3:45
04. Rotten Dead Mass 3:22
05. The Savage Silence 4:00
06. Chainsaw Omega 2:44
07. Ascending To Red Heavens 5:23
08. Blind Leading The Blind 3:31
09. Iron Supremacy 4:08
Durata 33 min.
Formazione
John Porada – Chitarra/Voce
Tom Cardella – Chitarra
Alfred Mulle – Basso
Jim Smith – Batteria