Recensione: Assembly
Che dire, semplicemente una delusione questa ultima uscita dei Theatre Of Tragedy. Si è dissolto il fascino dei lavori precedentemente registrati, troppo grande la distanza alimentata rispetto a genere, forma e stile. Potrebbe trattarsi di una decisione discografica ma come raggiungere tale bassezza. Signori non badiamo a genere e voto riportati in questa recensione perchè non hanno significato: mi sono limitato ad indicare gli indirizzi compositivi principali cui i Theatre of Tragedy si sono da sempre ispirati.
Per quanto riguarda il voto, mi scuso per la povera professionalità, ma come giudicare un gruppo che dopo anni di punta alla categoria gothic si presenta con un album identico dall’inizio alla fine, base elettronica dal primo all’ultimo istante, nel più che squallido tentativo di inserire qualche distorsione qua e là. Che questo non si possa considerare un album di genere metal si è capito insomma, in compenso però vi assicuro che avrete modo di scatenarvi in danze sfrenate. Se è questo ciò che cercate.. ma non credo.
Inutile ricordare come ogni materia growl sia stata dimenticata: la magia di una voce femminile sapientemente diretta in brani passati come Venus, adesso perde ogni suggestione, ogni incantesimo. Quella maschile sarà meglio non commentarla.
A voi la conclusione.
TrackList:
1. Automatic Lover
2. Universal Race
3. Episode
4. Play
5. Superdrive
6. Let you down
7. Starlit
8. Envision
9. Flickerlight
10.Liquid Man
11.Motion