Recensione: Atheist Crusade
“Atheist Crusade” degli svedesi Immaculate: stupenda trasposizione attuale dello spirito dell’U.S. power metal dei famigerati anni ’80! Quando si mettono le mani su un disco che, immediatamente, svela la sua anima e che, ascolto dopo ascolto, esplode in mille pezzi, è inutile perdersi in giri di parole.
Nati nel 2004 in quel di Uppsala, dopo il classico demo (“TKND Pre-Production Demo”, 2004) e un full-length di aggiustamento (“Thrash, Kill ‘n’ Deströy”, 2007), i Nostri prendono la mira con fermezza e sparano centrando uno dei migliori lavori «thrash targato 2010». Lavoro che prende spunto da leggendarie bands quali Omen e Fates Warning (prima fase) per giungere a un sound tecnico e assai evoluto («technical thrash metal»?), modernissimo seppur tradizionale. Una contrapposizione temporale, questa, di difficile realizzazione. Molti gruppi – di cui è meglio tacere per non far torto a nessuno – l’hanno dimostrato, lo dimostrano e, si teme, lo dimostreranno. Coniugare così bene la forza dirompente emanata dal cozzo brutale di chitarre, basso e batteria con le esigenze d’oggi per ciò che riguarda la pulizia produttiva è l’elemento di spinta che fa emergere il quintetto scandinavo da un grigiore che avvolge le opere di parecchi dei loro colleghi. Per fare un esempio che chiarisca cosa siano stati capaci di fare gli Immaculate, è sufficiente immaginare una canzone come “Soldier Boy” dei Fates Warning (“Night On Bröcken”, 1984), e pensarla quindi iper-vitaminizzata, accelerata, arricchita di arzigogoli musicali vari e infine tirata a lucido così come le migliori manifatture del moderno mercato internazionale.
I meriti di questa riuscita operazione «conservatrice/riformista» vanno equamente divisi, a parere di chi vi scrive, fra i quattro strumentisti e il vocalist.
Nino Vukovic e Fadi Ghanime si dannano l’anima per costruire un guitarwork senza limiti, pieno zeppo di riff i più vari possibile e di soli a profusione; mentre il basso di Daniel Kallin e la batteria di Oscar Moritz formano una compatta e virtuosistica sezione ritmica che, non di rado, si arrampica in alto utilizzando i gradini dispari della scala musicale.
A questa eccellenza esecutiva si deve aggiungere l’ugola di Mika Eronen, incredibilmente intonata anche nei tanti e difficili passaggi dissonanti; capace di scrivere delle linee vocali assolutamente personali e uniche, a prova di copyright (un John Cyriis dei nostri tempi, per intendersi).
E le canzoni?
La risposta è elementare, se si vuole sintetizzare al massimo: a un livello tecnico così elevato, corrisponde un songwriting di pari classe.
In generale le song non sono d’immediata assimilazione, e ciò perché la costruzione delle stesse è meno lineare e regolare rispetto alla media del genere. Non, quindi, a seguito di un esagerato maneggio degli strumenti che soffochi la vena artistica. Infatti, andando avanti con gli ascolti, gli otto episodi di “Atheist Crusade” entrano lentamente nella mente, soddisfacendo pertanto anche i requisiti della godibilità e della longevità.
Otto brani legati dall’inequivocabile sound dell’ensemble nordeuropeo. Otto brani dotati di una ben definita fisionomia (compreso la cover dei Fates Warning “The Apparition” – da “The Spectre Within” del 1985 – , quasi irriconoscibile per quanto rimaneggiata e personalizzata). Otto brani degni, tutti, di menzione.
L’opener “Cross Of Nero”, dal tormentato break centrale. La complicata coppia “Thrashark” – “The Immaculate Dead”, magnifico esercizio di abilità tecnica applicata all’arte.
Eccellenti anche le suites “Sanity’s Eclipse/Steel Of The Missionary” e, soprattutto, “Atheist Crusade”, dall’irresistibile riff portante; dimostrazioni tangibili di come sia possibile conciliare a una complicata composizione una facile accessibilità.
L’headbanging da vertigine con il trascinante mid-tempo di “Thrash Metal Avenger” e la furia demolitrice di “Gutterthrash” fanno infine capire che anche quando c’è da pestare duro, gli Immacolation ci sono.
“Atheist Crusade” non mancherà di soddisfare parecchi thrasher: c’è tutto quel che serve all’uopo, in esso. Tradizione, modernità, cattiveria, classe, arte e tecnica. Davvero un album completo, che mette gli Immacolation su un piedistallo, bene in vista rispetto alla brulicante massa delle band senza anima né cuore.
Daniele “dani66” D’Adamo
Discutine sul forum nel topic relativo!
Track-list:
1. Cross Of Nero 5:18
2. Thrashark 4:48
3. The Immaculate Dead 4:50
4. Sanity’s Eclipse/Steel Of The Missionary 8:39
5. Atheist Crusade 8:42
6. Thrash Metal Avenger 3:46
7. The Apparition (Fates Warning Cover) 5:48
8. Gutterthrash 5:12
All tracks 47 min. ca.
Line-up:
Mika Eronen – Vocals
Nino Vukovic – Guitar
Fadi Ghanime – Guitar
Daniel Kallin – Bass
Oscar Moritz – Drums