Recensione: Atrophied In Anguish

Di Leonardo Storai - 13 Novembre 2012 - 0:00
Atrophied In Anguish
Band: Obscenity
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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75

I tedeschi Obscenity sono una band matura. L’ottavo album, “Atrophied In Anguish”, lo dimostra. Il gruppo si forma in Sassonia nel 1989 (anno fondamentale per il death con l’uscita di “Altar Of Madness” dei Morbid Angel) e, nel giro di vent’anni (il 1992 è l’anno del debutto sulla lunga distanza), dà alle stampe otto full-length, dimostrando ottima prolificità.

La ricetta che ci propongono i Nostri è un classico death metal che, nonostante non brilli per originalità o particolari elementi d’innovazione, centra il bersaglio. Le caratteristiche che colpiscono immediatamente l’ascoltatore sono la carica e l’aggressività che sono capaci di sprigionare questi ragazzi teutonici. Inoltre, nonostante l’originalità non sia uno dei punti di forza come già ho detto, la miscela di queste dieci tracce è fresca e coinvolgente dall’inizio alla fine.

Per quanto riguarda la track-list posso affermare di non aver trovato passi falsi o riempitivi vari, con una prima parte che si fa preferire per qualche punto in più. “Erase The Divine” apre le danze mettendo subito in chiaro le intenzioni devastanti della band. Si prosegue con l’ottima “All You Can Kill” e con la title-track che, probabilmente, è il pezzo più forte di tutta la scaletta. Anche la successiva “From Heroic To Depraved” non cede il fianco a debolezze di alcun tipo, deturpandoci il volto a forza di pugni colmi di riff distruggi-tutto. Un mini-gioiello che è impreziosito da un solo in pieno stile Carcass. Il primo lato si chiude con la terremotante “Swine To The Slaughter”, dove aumenta il tasso tecnico, ma l’impatto per nostra fortuna non ne risente minimamente.

Tutto procede senza intoppi e “Perfect Pain” si eleva grazie allo scambio chitarristico nel solo centrale. Le ultime tracce mantengono pressoché invariato il livello di qualità espresso sin’ora: “Diary Of A Scapegoat” sembra perfetta per la colonna sonora di un moderno splatter à la “Saw l’Enigmista”, fino al melodico solo, una vera perla; mentre “Neurotic Frenzy” è molto probabilmente il pezzo più debole del lotto. Il puzzle si completa con la ‘morbidangel-iana’ “Monoistic Living” e la rocciosa “Hysterical Illusion”.

Da sottolineare i soli: ben inseriti nel contesto canzone e nonostante rappresentino una costante per il genere, a livello qualitativo si dimostrano a dir poco incisivi e camaleontici a seconda del modo della song. Altra nota di merito va al cantante che in certi momenti ricorda George Fisher dei Cannibal Corpse, ma non solo lui: David Vincent e Chris Reifert sono gli altri nomi.

Insomma, “Atrophied In Anguish” convince e non posso che promuoverlo come merita.

Leonardo Storai

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Tracce:
1. Erase The Divine 3:29     
2. All You Can Kill 3:34     
3. Atrophied In Anguish 3:31     
4. From Heroic To Depraved 3:36     
5. Swine To The Slaughter 3:22     
6. Perfect Pain 3:48     
7. Neurotic Frenzy 4:38     
8. Diary Of A Scapegoat 3:28     
9. Monoistic Living 3:21     
10. Hystarical Illusion 4:43

Durata 37 min.

Formazione:
Jeff Rudes – Voce
Christoph Weerts – Chitarra
Hendrik Bruns – Chitarra
Jörg Pirch – Basso
Sascha Knust – Batteria
 

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