Recensione: Auticada
Attivi dal 1994 con una formazione che si proponeva di suonare pezzi originali di rock italiano, gli Auticada sono una band che ha cambiato molto nel corso degli anni, e che probabilmente trova la propria identità proprio nell’idioma italico, rappresentando esso la costante nella produzione della band. Compositivamente gli Auticada devono molto al già citato rock italiano nella sua accezione più pop, ma non disdegna di strizzare l’occhio al glorioso passato prog rock del nostro paese.
Pur autodichiarandosi una prog rock band, mi permetto di dissentire dalla facile (e al contempo pericolosa) etichettatura, dal momento che i brani presentati su questo demo mi sembrano soltanto “spruzzati” da qualche atmosfera cara ai vari PFM, Banco e Rovescio della Medaglia, mentre è più marcato il lato easy listening: i pezzi sono caratterizzati spesso da soluzioni minimaliste e iterate. Il caso più lampante è costituito dalle tastiere di Massimo Pirotti, spesso impegnato in riff/ rondò ai limiti della noia, ma anche la chitarra di Antonio Facchini e il basso di Marco Baldini non offrono prestazioni esecutivamente brillanti. D’altronde è innegabile qualche sprazzo di vera progressione, sottovalutata per colpa soprattutto di una produzione soffocata, e, ahime, di una voce assolutamente fastidiosa: oltre a cantare linee melodiche à la CCCP/CSI su una base class rock, Alessandro Zani si dimostra con i suoi continui out-tone tecnicamente inadeguato.
Impossibile formulare un parere sul batterista Davide Lamagni, che si trova costantemente penalizzato dal sound.
Con queste premesse rimango perplesso quando leggo che la band ha aperto per i Labyrinth nel 2000 e per i Vision Divine nel 2001 (entrambe le volte alla Festa dell’Unità di Suzzara), pur vantando una non fertilissima attività compositiva (12 pezzi in 10 anni riproposti nei vari demo), ma tant’è. Per me la band non può che essere rimandata alla prossima “sessione”.
Tracklist:
Dimentica
Aurea I
Maschera
Aurea II
Vivo
Contatti: