Recensione: Autoscopia – Murder In Phazes
Nel panorama del post-metal non è facile eguagliare l’eclettismo e la personalità di mostri sacri come Isis, Cult Of Luna, Jesu o Neurosis: è principalmente a monicker come questi che è associata l’evoluzione di un genere tanto ostico quanto affascinante. I polacchi Blindead si accodano proprio a questo filone, e, diciamolo subito, non faticano molto ad emergere come uno dei più promettenti nuovi gruppi della scena. Già autori, un paio d’anni orsono, del buon Devouring Weakness, i nostri sono da poco tornati sulle scene col loro secondo full-length, Autoscopia – Murder In Phazes.
Ciò che contraddistingue i Blindead non è tanto l’originalità della proposta, che, in sè, aggiunge ben poco di nuovo a quanto già detto in passato da altri illustri nomi; abbiamo a che fare con del post-metal dal sapore hardcore abbastanza canonico, farcito delle divagazioni sludge e post-rock tipiche di questo genere. Ciò che sorprende, invece, è la loro consapevolezza e lucidità nel comporre canzoni dalla lunghezza considerevole e dalla struttura articolata senza mai scadere nel ripetitivo o nel banale. Autoscopia è un album compatto, che fluisce scorrevole e unitario, ma durante il quale non si ha mai la sensazione di star ascoltando sempre la stessa traccia (un pericolo sempre dietro l’angolo, quando ci si lancia in composizioni ambiziose): ogni canzone, infatti, pur attenendosi scrupolosamente ai canoni del genere d’appartenenza, possiede una propria peculiarità a distinguerla dalle altre. Per la maggior parte del tempo siamo travolti dall’inaudita potenza sonora sprigionata dalle chitarre e dal basso, ma non mancano frangenti in cui la tensione si acquieta e lascia spazio a passaggi strumentali più dimessi e carichi d’atmosfera; un momento siamo schiacciati dalla pesantezza dell’incedere, e magari, un momento dopo, essa è interrotta da interessanti stacchi melodici. Menzione particolare per il cantante, che sfodera urla estremamente rabbiose e potenti, e in determinati passaggi – purtroppo pochi – stempera la tensione con uno stile di canto più melodico che sembra provenire direttamente da un disco dei Pearl Jam.
Autoscopia – Murder In Phazes è dunque un album ottimo, che conferma il valore dei Blindead, e getta le basi per un futuro ancor più roseo. Adesso, però, vogliamo di più: vogliamo vedere questi capacissimi ragazzi polacchi osare maggiormente, spingersi oltre il confine, e creare qualcosa di più personale. Già in questo secondo full-length si vede la stoffa necessaria a fare il passo successivo, ora non resta che mettere a fuoco ciò che di buono c’è in questo album (ed è molto), e compiere il definitivo salto di qualità. Nel frattempo, i Blindead sono pienamente promossi.
Giuseppe Abazia
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Tracklist:
1 – Phaze I: Enlightenment (07:07)
2 – Phaze I: Abyss (06:30)
3 – Phaze II: Symmetry (06:10)
4 – Phaze II: Phenomena (11:33)
5 – Phaze III: Blood Bond (09:07)
6 – Phaze III: A Nice Night For A Walk (06:04)
7 – Phaze IV (13:29)