Recensione: Awake
Una produzione ragguardevole penetra questo classico del progressive metal staccandosi dalle precedenti release con sonorità più aggressive, nutrite dall’accuratezza nella ricerca del suono più chiaro e limpido. Awake si dimostra forte di una buona qualità di registrazione e dell’esperienza che i nostri cinque hanno conservato in centinaia di performance live durante il tour del disco di platino Images And Words inciso due anni prima: con l’obiettivo di ottenere la massima resa sonora da ogni strumento, i Dream Theater cambiano la propria strumentazione e si affidano ai produttori John Purdell e Duan Baron ottenendo eccellenti risultati. La sezione ritmica di basso e batteria acquista forse maggior beneficio dalla nuova produzione, ottimo anche il suono di chitarra di un Petrucci protagonista assoluto di questo confuso risveglio. Come saprete si tratta dell’ultima incisione prima del cambio residenza di Kevin Moore da casa Dream Theater: stupefacenti le sue prestazioni all’interno di questa release, le sue note e i suoni scelti acquistano maggior spessore e maturità. Col tempo però i gusti di questo tastierista subiranno una strana deviazione, definita da John Petrucci come rivolta in senso techno/industrial e quindi ben lontana dai lavori in corso di un gruppo ormai sull’onda del successo mondiale. Sarebbero passati pochi mesi dalla sua definitiva dipartita.
Il breve solo di batteria che apre Awake è il primo classico racchiuso qui dentro. Le parole sullo sfondo di 6:00 sono tratte dalla breve opera di James Joyce intitolata The Dead, il gruppo riesce a fonderle con buon gusto alla propria musica e alle parole di LaBrie. A proposito, sin dalla prima traccia sarà possibile decifrare delle linee vocali incazzate ed incalzanti, graffianti nelle basse e cristalline nelle alte tonalità, a parere del sottoscritto le migliori voci mai registrate dal singer in questione nella sua vasta discografia personale e in quella propria dei Dream Theater. Dai percorsi tortuosi di chitarra e tastiera nella traccia iniziale, passerei proprio all’impressionante Innocence Faded: il brano dei DT senza dubbio più difficile da imitare nelle sue linee vocali, un pezzo di straordinaria freschezza a rendere indiscutibile per l’ennesima volta il genio artistico del signor John Petrucci, sia in campo musicale che lirico.
Ipnotica nel suo inizio la trilogia di A Mind Beside Itself: Erotomania sta ad Awake come Hell’s Kitchen a Falling Into Infinity e The Dance Of Eternity a Scenes From A Memory, un ciliegio rigoglioso su questa immensa torta alla panna salata. Una tastiera sorda si accompagna ad un pianoforte che sventra ogni emozione già provata grazie all’operato sempre più indescrivibile di una chitarra avida di rare ispirazioni, una vera e propria orchestra chiede aiuto ai nostri piedi. Un silenzioso passaggio alla famosa Voices delinea in pochi istanti un testo straordinario, misterioso e sottile nella sua drammaticità: Mike Portnoy chiama la carica e nessuno molla la presa, Myung introduce il pezzo e si lancia impeccabile nelle accelerazioni proposte dalla batteria, LaBrie interpreta i tre esigenti chorus di questa lunga traccia nel migliore dei modi. Momenti di rabbia estrema sono alternati ad una stasi apparente culminante nei pochi accordi che costituiscono The Silent Man, l’unico momento di reale spensieratezza nel cui background compare la voce dello stesso John Purdell. Non posso non ricordare la magnifica esecuzione di questi tre brani nel DVD pubblicato in occasione del live al Roseland di New York.
Allacciate le cinture. Come avrete capito Awake è soprattutto la testimonianza del feeling venutosi a creare tra questi cinque musicisti con il passare degli anni, ma soprattutto sigillo dell’alto livello tecnico raggiunto da John Petrucci. Il chitarrista aggiunge una corda alla sua preziosa collezione e si appresta alla micidiale The Mirror, unita nel finale alla seguente Lie a sottolineare la somiglianza nel contenuto delle liriche: profonde distorsioni aprono un nuovo entusiasmante capitolo in cui le tastiere fanno la loro parte con rapido vigore nel primo caso, mentre nel secondo veniamo a conoscenza di un nuovo irripetibile assolo di chitarra imponente nel farci sentire ancora una volta piccoli piccoli. Dopo il riff di basso in armonici naturali in Lifting Shadows Off A Dream che introduce la quiete dopo la tempesta, potrete dire (a ragione) che non è ancora finita.
Un intero paragrafo merita di essere dedicato alla traccia di Awake rivelazione del Tourbulence 2002. Mi riferisco ovviamente a Scarred, undici di estasi trascendentale conclusa negli ultimi live con la chiusura di 2112 dei Rush. Tornando al discorso fatto in principio, possiamo considerare questo brano come classico esempio della buona produzione del disco: ogni strumento può essere colto singolarmente nella sua interminabile unità compositiva ed in particolare le spesse corde del basso di Myung che fanno a gara giocando a campana col tempo, una voce angelica schiva i piatti lanciati dal miglior batterista progressivo mai esistito (e non è semplice). Raggiungiamo i 3/4 del pezzo e godiamoci le splendide scale eseguite all’unisono da questi quattro maestri; a seguire il brano acquista volume e culmina nella definizione di assolo, l’ennesimo indescrivibile assolo della funambolica sorpresa nel G3/2001. Rendiamo grazie a Kevin Moore perchè è veramente cosa buona e giusta.
Vi lascio con un commento sulle parti di chitarra e con una bella domanda: cosa sarebbe successo se Kevin Moore non avesse mai lasciato i Dream Theater?
Andrea’Onirica’Perdichizzi
Riuscireste a scendere queste scale? (di Marcello Cravini – Nightside)
Negli anni Petrucci ha sempre utilizzato amplificazione Mesa/Boogie e chitarre Ibanez signature(JPM) fino al 2000, quando la Ernie/ball Music Man ha costruito su sue specifiche nuove signature guitars a 6 e 7 corde. In Awake il suono delle chitarre nelle ritmiche (soprattutto quelle eseguite con la 7 corde: esempio The Mirror, Lie e Caught in a Web) è devastante. John ha registrato tracce diverse di ritmiche e successivamente ha miscelato il suono delle testate Rectifier con il suono della famosa accoppiata TriAxis/finale 2:90 (tutto ovviamente Mesa/Boogie): il risultato è l’impatto sonoro impressionante che potete ascoltare. E che dire dei suoni puliti? La sezione centrale di Scarred e il riff con delay di Innocence Faded che entra dopo l’intro di basso evidenziano un suono pulito cristallino (caratteristico della posizione centrale del selettore pick up delle Ibanez JPM) con chorus e delay Lexicon e TC Electronics. Passando alle soliste è d’obbligo ascoltare la pulizia d’esecuzione (soprattutto l’incredibile plettrata alternata) del solo di Lie, la melodia e la perizia tecnica dei soli di Voices e soprattutto quello di Scarred (l’assolo finale), uno dei miei assoli preferiti in assoluto. Tutto registrato con l’accoppiata Mesa/Boogie TriAxis/2:90. Chitarristicamente parlando l’apoteosi.
TrackList:
1. 6:00
2. Caught In A Web
3. Innocence Faded
A Mind Beside Itself
4. Erotomania
5. Voices
6. The Silent Man
7. The Mirror
8. Lie
9. Lifting Shadows Off A Dream
10.Scarred
11.Space Dye Vest