Recensione: Awaking The Centuries
Gli Haggard non sono una band facile da affrontare. La loro proposta musicale fonde la musica classica con un death metal vicino al progressive, e per questo il risultato finale rischia di scontentare da un lato i sostenitori di quest’ultimo, poco entusiasti dei numerosi intermezzi sinfonici all’interno dei brani, dall’altro gli appassionati di classica, che mal digeriscono il potente growl di Asis Nasseri, vocalist, chitarrista, fondatore e autentico trascinatore del gruppo, che al momento della pubblicazione di quest’album comprende ben 20 elementi.
“Awaking The Centuries” è il secondo lavoro della band, ed il secondo concept dedicato a Nostradamus (1503-1566), il più grande scrittore di profezie che la storia ricordi: la vicenda (divisa in cinque capitoli più un’introduzione, come se si trattasse di un libro) è ambientata nel 1543 ad Agen, una cittadina francese nella quale il protagonista vive con la moglie e i due figli e si guadagna da vivere come medico; la situazione però sta per cambiare…
Ma veniamo all’album: la prima traccia è un omaggio al compositore russo Sergej Rachmaninov: le splendide voci del New Moscow Radio Choir ci accompagnano direttamente all’inquietante intro “Pestilencia”. Dopo l’iniziale marcetta medioevale, il grido disperato di una donna rompe il silenzio, preannunciando il dramma: la Morte Nera è arrivata ad Agen, ed è lo stesso Nostradamus a confermarlo, irrompendo terrorizzato in una chiesa. “Heavenly Damnation” è la terza traccia e la prima cantata: si apre con una melodia di archi e clavicembalo e con le voci del coro, subito affiancate dal growl di Nasseri; la batteria detta un ritmo veloce e deciso, che fa scorrere piacevolmente il brano. Il suono cupo degli archi introduce “The Final Victory” che inizia con un testo recitato che narra l’argomento dell’album, pressappoco ciò che ho scritto di sopra (una curiosità: nel testo riportato sul booklet mancano i versi in cui si dice, con poco entusiasmo, che la Chiesa stava affermando con forza il proprio potere: politically correctness o semplice distrazione?), e si sviluppa analogamente al brano precedente; a cosa si riferisca la “vittoria finale”, nel testo non viene specificato, forse all’amaro esito delle profezie.
Dopo un breve e piacevole intermezzo strumentale, si giunge alla title-track, l’apice qualitativo dell’album: melodie di archi e pianoforte si intrecciano e si alternano magistralmente, così come il growl e la soprano, citando anche le canzoni precedenti, in un crescendo di emozioni che lascia stupefatto l’ascoltatore; di alto livello anche il testo, che esprime tutta l’angoscia del profeta nel momento in cui realizza che i tremendi eventi contenuti nei suoi scritti sono destinati ad avverarsi (viene citata anche una delle quartine realmente scritte da Nostradamus, che secondo gli studiosi profetizzava l’avvento di Hitler e la Seconda Guerra Mondiale). La traccia successiva è un breve brano in tedesco, recitato dal tenore e flautista Fiffi Fuhrmann, che funge da introduzione a “In A Fullmoon Procession”, l’unica vera ballad del cd: il ruolo da protagonista è del piano, supportato ora da fiati, ora da archi, e affiancato dalla splendida voce di Karen Bodenmuller; davvero efficace il cambio di tempo a metà canzone, che lascia spazio alla chitarra e al ritornello cantato meravigliosamente da Asis.
Sono le dolci note di un minuetto a condurci all’ultimo brano “vero e proprio” dell’album, “Prophecy Fulfilled – And The Dark Night Entered”: diviso in due parti, con la seconda che alla fine riprende musica e testo della prima, è il pezzo in cui la componente metal è più presente, con le chitarre e la batteria impegnate a costituire una solida struttura ritmica per poi lasciare la scena, nella parte centrale, al piano e agli strumenti classici, che fanno da colonna sonora all’impotenza del protagonista di fronte al compiersi della propria profezia di morte. Alla sinfonica “Courante” e all’ultimo coro di Rachmaninov il compito di far calare il sipario sulla storia e sull’album.
Cos’altro aggiungere? La grande originalità degli Haggard ne costituisce, purtroppo, il maggior limite, privandoli del successo e della fama che le loro doti artistiche meriterebbero: perché questo è un lavoro maestoso, suggestivo e intenso come pochi altri; se gli darete una chance, sarà in grado di stregarvi con delle musiche ora solenni, ora dolci e delicate, e vi trasporterà in un’altra dimensione oscura e affascinante, da cui dovrete uscirne a malincuore.
Andrea “System88” Tringali
Tracklist:
Intro
1. Rachmaninov: Choir
2. Pestilencia
Chapter I
3. Heavenly Damnation
Chapter II
4. The Final Victory
5. Saltorella La Manuelina
Chapter III
6. Awaking The Centuries
7. Statement Zur Lage Der Musica
Chapter IV
8. In A Fullmoon Procession
9. Menuett
Chapter V
10. (Part I) Prophecy Fulfilled
(Part II) And The Dark Night Entered
11. Courante
12. Rachmaninov: Choir