Recensione: Babylon
Storie d’amore, passione, gelosia, orgoglio, fiducia in se stessi et similia in una Babilonia post-nucleare. Capisco che con questa prima frase non vi invoglio molto a posare l’attenzione sull’ultima fatica dei Ten… E’ ovvio che non rivolgo la mia recensione a quelli che i Ten già li conoscevano, e che di sicuro non hanno atteso le parole degli altri per andare a comprare questo disco. Questo incipit serve piu’ che altro a far desistere dall’andare avanti tutti coloro che si sentono colpiti da labirintite quando hanno a che fare con le opere d’arte, e in campo musicale riescono a tirare il sospiro di sollievo solo quando ascoltano gli Stratovarius… Ma se non sono riuscito nel mio intento, vado avanti col dire che mi rivolgo piuttosto a chi dei Ten aveva solo sentito parlare, e che probabilmente, come il sottoscritto, non ama troppo (per essere retorici) i temi tanto cari al Malmsteen delle smielate migliori; a chi, come il sottoscritto, non aspetta altro che il metallo spinto dalle note del CD (che ormai gira da una mezz’ora) scorra copioso nelle arterie… Basta un pretesto, un tema tanto caro ai defender più convinti… Vendetta. E così, la struggente e trascinante “Silent Rain” prende per mano la tragedia, la trasforma in rivalsa, avvalendosi degli arrangiamenti maestosi in cui i Ten sono eccezionali, della coralità melancolica e romantica allo stesso tempo, degli intrecci vocali-chitarristici che vedono Hughes e Burns in stato di grazia… Cosi’ tra camaleontici refrain e deliranti cambi di umore, si staglia all’orizzonte la visione della perfezione, quella musicale, s’intende, appoggiata al tema del delitto perfetto. Quando si ha a che fare con gente simile, che ha un feeling da brividi, il genere non importa piu’… Tutto diventa arte, compreso il concept, che non si ferma (ovviamente) a quelle tre cavolate che ho scritto all’inizio di questa recensione. Ma visto che ormai mi saro’ tolto dalle scatole i piu’ annoiati bacchettoni senza speranze (o almeno spero), posso anche arrivare alla magniloquente “Thunder In Heaven”, vero e proprio gioiellino Heavy Metal, in un inconfondibile “Ten Sound”, il che significa: power, epic, prog… chiamatelo in tutti i modi che conoscete, se vi fate questo problema si capisce che state leggendo solo perche’ non avete di meglio da fare. Ai pochi rimasti a leggere le parole di un esaltato, rimane da dire che il disco non è finito: rimane la malinconica, ma anche arrabbiata, arrendevole e battagliera, triste e voyeuristica, in una parola splendida “Valentine”…
Tracklist:
1. The Stranger
2. Barricade
3. Give In This Time
4. Love Became The Law
5. The Heat
6. Silent Rain
7. Timeless
8. Black Hearted Woman
9. Thunder In Heaven
10. Valentine
