Recensione: Back from a Journey
Accidenti che bel disco!
Partiamo con questa frase “ad effetto”, che sintetizza in pochissime parole ed in maniera chiara ed inequivocabile tutto ciò che di buono esprime il chitarrista Daniele (Dan) Logoluso in questo suo album solista d’esordio “Back from a Journey”.
Uscito lo scorso 13 maggio, il chitarrista della band progressive Timesward, Dan Logoluso, ci regala davvero un piccolo forziere di emozioni racchiuse e concentrate in dieci tracce mai banali e magistralmente eseguite, con una produzione sicuramente di buon livello e sonorità accattivanti e ben definite. Subito una citazione di dovere: a sancire, dietro le pelli, ritmiche dal groove inconfondibile e dalle sonorità granitiche e coinvolgenti, uno dei batteristi più noti e tecnicamente preparati del panorama musicale rock/heavy metal: John Macaluso (Malmsteen, Symphony X e James Labrie giusto per citare alcune tra le sue più autorevoli collaborazioni e partecipazioni). “Back from a Journey” è un album hard-rock strumentale dal sapore fresco e melodico: dieci tracce gioiose, colorate, dal sapore leggermente “vintage”, dove una tecnica sopraffina mai fine a sé stessa, si sposa e si abbina perfettamente con armonie semplici ma ottimamente congegnate. Ma parliamo della tecnica strumentale e delle influenze musicali del giovane “guitar hero”.
Sicuramente il sound e la ricerca costante di melodia è tipicamente “satrianesco”, ma non si può non notare il precisissimo, velocissimo e davvero talentuoso “shredding”, presente praticamente in ogni traccia, che rende omaggio ai grandi virtuosi del mondo della sei corde: John Petrucci dei Dream Theater e Steve Vai in cima alla lista. L’utilizzo di scale, fraseggi complessi e articolati, string skipping, arpeggi, ed è questo un grande esempio di maturità artistica di Dan, viene messo a costante servizio della canzone, con un’idea o una frase melodica sempre coinvolgente attorno alla quale viene scritto e sviluppato l’intero pezzo. Si sa che comporre un album strumentale non è cosa banale e non è soprattutto cosa per tutti, poiché il pericolo di scivolare e cadere in una mera e semplice autocelebrazione di sé stessi, esaltando unicamente il proprio bagaglio tecnico sonoro, è più che una possibilità. Beh ciò non accade in “Back from a Journey” dove l’ascolto risulta sempre fluido e mai “stancante”.
L’album è poco “cerebrale”, ma molto immediato e forse questo potrebbe rappresentare l’unico limite di “Back froma Journey”; l’ascolto, come detto, risulta piacevolissimo, sereno, emozionante ma forse, a volte, addirittura leggermente “scontato”. Una maggiore maturità nella ricerca sonora e compositiva magari potrebbe essere in futuro oggetto di studio e approfondimento per Dan Logoluso che comunque ci regala davvero tanti momenti di grande musica. “Stilness”, seconda traccia dell’album, rappresenta al meglio quanto detto sopra ed è forse la sintesi di ciò che vuole esprimere e comunicare questo delizioso album; tecnica sopraffina completamente al servizio del pezzo che risulta melodico ed emozionante e ci trasporta e ci accompagna in un viaggio che vorremmo non finisse mai.
Dolcissima e malinconica è “One More Step” dove il nostro Dan ci regala anche brevi ma sognanti intermezzi di chitarra acustica che disegnano e colorano paesaggi ricchi di emozione e pathos. “True Love” (un perfetto mix delle versioni più melodiche di Joe Satriani e John Petrucci), Power of Life (con il suo prepotente e roccioso riff portante sostenuto sontuosamente dalle ritmiche di John Macaluso) e la conclusiva Swollen River sono tutte piccole gemme contenute nell’album e magistralmente concepite, sviluppate e suonate dal chitarrista Dan Logoluso.
Davvero una bellissima sorpresa questo “Back from a Journey”; la constatazione ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che vale veramente la pena ascoltare e voler approfondire la conoscenza musicale anche di nuovi e giovani talenti non soffermandosi solo sui soliti nomi noti e affermati.
E quindi…avanti così giovane Dan!