Recensione: Back On Earth
Sembrano veramente non volersi fermare più Girish And The Chronicles. Ad un anno di distanza da Hail To The Heroes, ecco ora arrivare Back On Earth, l’album con cui esordirono nel 2014 che per quest’occasione viene viene ri-registrato. Stando alle parole del leader Girish Pradhan, invece di farne una semplice ristampa, si è deciso di optare per una ri-registrazione allo scopo di dare al disco un nuovo inizio.
Pare infatti, che la band indiana non fosse del tutto soddisfatta del suono originale, in quanto non conferiva al prodotto finale la potenza desiderata. Inoltre, nella loro nuova versione, le canzoni di Back On Earth sono state aggiornate con delle modifiche che già da tempo venivano utilizzate dai GATC in sede live. In sostanza, a parte la maggior parte delle linee vocali che non sono cambiate di molto, nella parte strumentale i pezzi sono stati dotati di una nuova veste, cercando però di rimanere fedeli allo spirito originario dei brani. E magari, perché no, approfittare anche del recente sodalizio con Frontiers per distribuire il lavoro d’esordio ad un pubblico maggiore.
Dopo il debutto nel 2014, per la formazione originaria di Sikkim, inizia un’ascesa che porterà loro una certa notorietà prima in patria, ed ultimamente anche fuori dai confini nazionali, con la loro doppia partecipazione alle edizioni del 2021 e 2022 dell’UrRock Fest in Svizzera. Evento quest’ultimo che ha permesso ai Girish And The Chronicles di dividere il palco con artisti di prestigio come Nazareth, Orden Ogan, Skid Row, Rage, Kamelot e molti altri.
Back On Earth si apre con Ride To Hell, un hard rock ruvido e rovente con cui la band sfodera subito gli artigli, ed in cui si può ascoltare anche un bell’assolo ad opera dell’axe man Suraz Sun. Il riff di chitarra compresso di Loaded ci consegna un hard rock cromato impostato su un tempo medio con sonorità potenti e calde che ricordano i Whitesnake di Slip Of The Tongue.
La formazione indiana si presenta in splendida forma macinando riff ed assoli affilati come lame alternati ad altri più sporchi e spigolosi. Le radici di quattro rocker affondano nella miglior tradizione anni 80 correndo in perfetto equilibrio fra metal, hard rock e sleaze. Il song writing inoltre si dimostra maturo e gli arrangiamenti molto accurati.
Delle note di basso martellanti aprono le danze di Born With A Big Attitude, un pezzo stradaiolo e focoso come una Its’ So Easy degna dei primi Guns N’Roses. Shot By The Cupid, Touched By The Devil corre letteralmente sui fili dell’alta tensione, grazie alle sue chitarre alla Saxon ed una voce graffiante e potente. Il vocalist Girish riesce ad offrire una prova credibile e convincente, dimostrando di aver fatto tesoro della lezione appresa dai nomi più noti della scena hard rock e metal mondiale, riuscendo a creare un interpretazione personale.
Da quello che ho potuto ascoltare della registrazione originale pare che i GATC in questa nuova edizione, abbiano optato per un maggiore impatto delle chitarre. Sinceramente ritengo che anche la versione del 2014 avesse un suono soddisfacente, ma con quella odierna probabilmente si voleva dare al disco un tiro più moderno. Da questo punto di vista Back On Earth ha effettivamente guadagnato un po’ di potenza, anche se risulta un po’ penalizzato il basso che, rispetto alla vecchia registrazione, tende a venir coperto dalle chitarre, ora diventate molto più corpose.
Il disco offre una miscela esplosiva di tecnica, grinta e carisma unite ad attitudine rock n’roll tipicamente occidentale. La band si dimostra affiatata ed in perfetta sintonia. La sezione ritmica ad opera di Yogesh Pradhan e Nagen Nags viaggia in perfetta simbiosi, la chitarra solista è un vulcano di note. Da parte sua, il leader Girish Pradhan ben si destreggia tra chitarra ritmica e voce dando il giusto sprint ai pezzi.
Stando alle note di accompagnamento, ogni brano ha la sua storia da raccontare, curiosa in tal senso quella di Golden Crown, composta da Girish e suo fratello Yogesh ancora giovanissimi, come jingle per un campionato di calcio. Non mancano i momenti soft con le tre ballad proposte in questo full lenght: Yesterday, un po’ scontata ma comunque godibile, Smile Little Child ed Angel. Quest’ultima tra l’altro pare essere stata inizialmente composta per un progetto solista del cantante Girish e poi adottata dai GATC diventando il loro primo singolo in assoluto.
Ancora hard rock bollente con Hey You e The Revolving Barrel, due composizioni grezze con una certo retrogusto blues.
I Wanna Get That Lovin’ Again ripropone certe sonorità hair metal riconducibili agli anni 80 tanto cari alla band. End Of Civilization presenta un piglio più moderno per un pezzo tagliente e massiccio.
Uscita stuzzicante questo Back On Earth. Nonostante non si tratti di una vero e proprio nuovo album, ha comunque il merito di tenere gli occhi puntati su una formazione veramente interessante del panorama rock e metal. Una realtà, Girish And The Chronicles, che dispone di buon potenziale ed ha in mano le carte giuste per far ancora parlare di sé.
Vedremo cosa saprà offrire in futuro. Per il momento promettono bene.
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