Recensione: Back on the Streets
Jawbreaker Records, l’etichetta licenziataria di Back on the Streets, senza troppi giri di parole presenta come più o meno di seguito elencato, il proprio prodotto, ossia la seconda fatica ufficiale dei metaller indonesiani Tumenggung. La prima, intitolata Soul of Steel, è del 2020.
Allora, immaginate di poter disporre di una macchina del tempo, sul tipo di quelle che ogni tanto compaiono in vari film. Taratela opportunamente affinché vi porti negli anni Ottanta, più precisamente nella prima metà di quel decennio, quando complessi come i Judas Priest, i Riot di Thundersteel ma anche Dokken e Lizzy Borden dettavano legge. Carpitene al meglio l’humus e trasportatelo nel 2025 ma non in Europa né in America, bensì in Indonesia e rovesciatelo per intero addosso a tre die hard defender incorruttibili quali Anindita Bramasto (batteria), Arif Wahyu Ramadhan (chitarra e voce) e Ardhy Dwiatmoko (basso). Quello che ne verrà fuori, dopo un’appassionata lavorazione in salsa locale, è esattamente ciò che si ritrova dentro i solchi di Back on the Streets, che nella sua versione in Cd – esiste anche in vinile a 33 giri e in musicassetta – si accompagna a un booklet di dodici pagine con tutti i testi e una foto in posa della band.
Niente di più e niente di meno di un concentrato di Metallo tout court pregno di tutti i cliché dell’epoca d’oro dell’Acciaio, ben suonato e dalla produzione degna, contraddistinto da una buona dose di melodia di fondo. Nove pezzi nove, come si diceva un tempo, sgorganti passione infinita per l’heavy metal di stampo tradizionale e tradizionalista, punteggiati di miele quando serve.
“Back on the Streets”, la canzone, è un omaggio bell’e buono ai Riot, “Living on the Edge” un tuffo nelle cantine infestate dai Ratt, il riff che sostiene “In the Dead of Night” si è già sentito milioni di volte ma colpisce nel segno come sempre, “Deja Vu” è l’immancabile lentone di turno costruito su impalcature ben note e “Strangers” fa l’occhiolino agli Accept.
Pezzi che suonano freschi, guizzanti, nulla di stantio o spompo, figli dell’ardore giovanile di tre musicisti appassionati.
E che il Metallo indonesiano sia con voi…
Stefano “Steven Rich” Ricetti