Recensione: Back to the ancient rage

Di Beppe Diana - 8 Settembre 2002 - 0:00
Back to the ancient rage
Band: Wyvern
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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85

Ritrovare ancora una volta i Wyvern on the road, è come rincontrare un vecchio compagno di scuola del quale se ne erano perse le tracce da tanto tempo, e il sapere della perseveranza e che, nonostante tutto e tutti, i nostri amici non si sono per niente abbattuti, ed anzi, hanno continuano a lottare a denti stretti giorno dopo giorno facendo fronte ad ogni tipo di difficoltà, potrebbe servire da monito per le giovani leve che molte volte perdono il proprio spirito d’iniziativa nel giro di qualche anno.

 

Una vita per il metal, ecco come potrei descrivere in poche parole la carriera pluri  decennale dei quattro parmensi, parafrasando il titolo di un celeberrimo album della mitica Strana Officina, una band che, nonostante un numero esagerato di demo, ben sei per l’esattezza, ed un gioiellino a titolo “Red flame of pain” pubblicato sul finire degli anni ottanta, è rimasta sempre nella penombra a rivendicare il proprio status di cult band sapendo di d’avere un conto in sospeso con la dea bendata che prima o poi dovrà saldare.

 

Una band atipica i Wivern, formatasi nella metà degli eighties, ovvero quando già le band importanti della prima ondata, Vanadium, Skanners e Strana Officina, pubblicavano le loro prime opere, rimasti inermi alle mode che hanno di volta in volta cambiato lo stato del music business nazionale (leggasi grunge, death, black ecc. NdBeppe) restando aggrappati al loro personalissimo power metal molto aggressivo, ma che è sempre riuscito a tenere in considerazione l’aspetto melodico dei brani, forgiando composizioni immortali, dimostrando soprattutto, concettualmente parlando, di essere avanti con i tempi (chi di voi si ricorda la splendida “Twin factory” che nei primi ’90 trattava l’argomento, ora scottante, della biogenetica e della clonazione? NdBeppe), insomma ancora una volta una band dalle enormi potenzialità, nata però in un periodo in cui il giro delle grosse label era solo una pallida utopia e bisognava far conto solo sulle proprie forze.

 

E si, i magici anni ottanta più volte decantati dai molti in cui forse tutto era più “casereccio” ma altresì genuino, dove l’ambiente era più pulito, e alla fine dei concerti si andava a mangiare la pizza tutti assieme senza la minima rivalità fra band, con la sensazione di far parte tutti di un solo gruppo: I Metallari!!!!

 

Ma quegli anni purtroppo non ce li restituirà più nessuno, quello che ci rimane sono però i dettami tramandatici da chi quegli anni li ha vissuti intensamente sulla propria pelle, dimostrando al mando intero la grandezza del metallo italiano, e in quest’ottica purtroppo sembra quasi uno smacco che “Back to the ancient rage”, in pratica la ristampa dei due primi demo dei Wyvern, venga pubblicato da una label greca ovvero la Unisound records come allegato al primo numero del mensile “Truemetal.

 

Ma si sa, come dice il detto “nessuno è  profeta in patria”, e così potremmo stare a parlare in vano per ore ed ore, l’importante è che qualcuno abbia capito il potenziale di brani immensi come la Saxon-iana “Back to you” con tanto di fischi a la Bifford, la sciabolata metallica “Lady war”, la splendida “Night fire” o la cavalcata “Lonely in the street”, brani giocati fra contaminazioni proto power metal ed influssi legati a doppia mandata con la NWOBHM, come l’assalto all’arma bianca dell’inno “Speed war”, sono brani ancora in grado di tramortire anche il più baluardo defender odierno cresciuto a pane ed Hammerfall, credetemi.

 

Questo è il vero metallo, questi sono i Wyvern, ed in attesa che il loro nuovo album “Lord of the winter” veda finalmente la luce, potete fare vostro questo splendido affresco di arte musicale contemporanea, e se come detto prima, gli anni ottanta non torneranno più, le emozioni che ci trasmette questo lavoro, non può togliercele proprio nessuno, come back to me to the ancient rage!!!!!!

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