Recensione: Back To The Rhythm
“Ritorno al ritmo”, titolo assolutamente profetico ed indicativo per il come-back dei Great White, gloriosa band baciata dal grande successo commerciale nel corso degli eighties e poi protagonista di una lenta e progressiva caduta verso l’oblio, costellata da una serie forse eccessiva di live, raccolte e greatest hits e da qualche bisticcio con il destino beffardo (la tragedia del 2003, quando, durante una data nel Rhose Island un incendio causò la morte di 97 persone tra cui il chitarrista del gruppo, Ty Longley).
Assenti dal mercato degli inediti da ormai otto anni, (”Can’t Get There From Here”, 1999), i compari del grande squalo bianco, in formazione quasi originale, festeggiano con questo il 25° anno di attività, offrendo ai tanti fans dispersi in giro per il globo, un album di livello assolutamente dignitoso, fortemente radicato alla propria tradizione ed impregnato di tutti i componenti fondamentali che sin dagli albori hanno caratterizzato il Great White sound.
Hard rock annegato nel blues più viscerale e ricco di passione dunque, suggellato dall’inconfondibile vena lievemente malinconica e romantica tipica dell’ultima decade e dalla voce di Jack Russell, autentico marchio di fabbrica ed elemento irrinunciabile nell’impianto sonoro del gruppo.
Risultati migliori di quanto preventivabile, dopo un così lungo periodo d’inattività, conseguiti grazie ad un lotto di tracce che, se non totalmente esenti da pecche e da qualche passaggio a vuoto, riescono in ogni caso a rendersi di piacevole compagnia.
L’album rivela un profilo non immediato, bisognoso di qualche passaggio per raggiungere la massima efficacia e può in ogni modo contare su di un buon numero di brani riusciti e memori degli antichi fasti.
Il filo conduttore con il precedente album “Can’t Get There From Here” è più che evidente, ed emerge nelle tonalità soft di pezzi come “Play On”, “Was It The Night”, “I’m Alive”, “How Far Is Heaven” e “Just Yesterday”.
Non tramonta tuttavia la voglia infinita ed immortale di rockare, ben rappresentata da episodi quali “Take Me Down”, “Still Hungry” e dall’eccellente “Standin On The Edge”, canzone che più di ogni altra porta alla memoria i mitici Stones ma, d’altro canto, non avrebbe nemmeno sfigurato in un capolavoro straordinario come ”Hooked”.
Meno brillanti invece “30 Days In A Hole” e la title track posta in apertura, pezzi che in fondo appaiono poco più di fillers e non sembrano in grado di avvincere l’ascoltatore come dovuto.
Infine, ottimo hard imbottito di blues per “Here Goes My Head Again” e “Neighborhood”, songs in cui ancora una volta la grande anima “rurale” dei Great White emerge in tutta la propria schiettezza, regalando sensazioni dal sapore estremamente “vero” e genuino.
Certo, capolavori come il trittico di fine anni ottanta / inizio novanta, “Once Bitten”, ”Twice Shy” ed “Hooked”, rimangono a tutt’oggi irraggiungibili e fuori dalla portata, appare tuttavia apprezzabile il livello più che buono espresso in quello che, a conti fatti, risulta essere il dodicesimo capitolo nella carriera di una band davvero degna di sconfinata ammirazione e grandissimo rispetto.
I numerosi fans dello squalo bianco siano dunque soddisfatti: “Back To The Rhythm” è un album solido, ben costruito e di ottimo livello, meritevole di reiterati ascolti e di notevole suggestione.
L’anima, la tradizione, lo stile e le caratteristiche tipiche del sound del gruppo, sono ben salvaguardate, ed il risultato finale non può che essere una promozione piena ed abbondante.
Bentornati Great White!
Tracklist :
01. Back To The Rhythm
02. Here Goes My Head Again
03. Take Me Down
04. Play On
05. Was It The Night?
06. I’m Alive
07. Still Hungry
08. Standin’ On The Edge
09. How Far Is Heaven?
10. Neighborhood
11. 30 Days In The Hole
12. Just Yesterday
Line Up:
Jack Russell – Voce
Mark Kendall – Chitarra / Back. Vocals
Michael Lardie – Chitarra / Tastiere / Armonica / Percussioni / Back. Vocals
Sean McNabb – Basso / Back. Vocals
Audie Desbrow – Batteria