Recensione: Back to the Roots
Anno 1997.
Esce Watch Out.
Un disco di una delle tante band tedesche, gli Unrest, figlia degenere di Running Wild, Accept, Grave Digger, Thunderhead, X-Wild e Thundersteel.
L’immagine è tamarra e trasandata al punto giusto, il disco è heavy metal classico alla tedesca che spacca davvero: fioccano le recensioni entusiaste.
Gli anni successivi seguono altri lavori, non memorabili, che però permettono ai Nostri di suonacchiare in giro per la Germania e concedersi qualche data anche al di fuori, come in Italia qualche anno fa.
Anno 2006.
Esce Back to the Roots.
Una ca..ta pazzesca!
Dieci brani molli, mosci, senza un minimo di mordente, classic deutsch metal solo nelle intenzioni.
Un’accozzaglia di già sentito, trito e ritrito, come se i peggiori Grave Digger suonassero con il freno a mano tirato…
Il disco me lo sono sciroppato più volte ma il risultato finale non cambia: una delusione assoluta.
Mi chiedo come gli stessi Unrest abbiano pensato di far uscire una roba del genere.
Di più non scrivo, significherebbe solo aggravare le cose.
Il consiglio: per chi ce l’ha, corra a riascoltarsi Watch Out, quantomeno per lenire almeno un poco lo scoramento.
Il dubbio, quasi certezza ormai: Unrest, un’altra band che si è persa per sempre!
Stefano “Steven Rich” Ricetti