Recensione: Back To The Seeds
Nuovo Ep per i francesi Dead Tree Seeds, dal titolo ‘Back To the Seeds‘ e disponibile dall’11 febbraio 2022 via Music-Records.
Lo chiamano EP perché è formato da quattro pezzi, ma nella realtà è poco più di un singolo, in quanto contiene solo un inedito, dal titolo ‘1796’ (data dell’inizio della prima Campagna d’Italia guidata da Napoleone contro gli austriaci ed i Savoia).
Le altre tre tracce sono tutte estratte da ‘Seed of Thrash’, album d’esordio del 2013, registrate e prodotte nuovamente per l’occasione.
Lavoro senza infamia e senza lode, ‘Back To The Seeds’ mette in evidenza una band fortemente attaccata al Thrash Bay Area degli anni ’80.
Neanche da dirlo, le influenze provengono da Slayer, Megadeth, Exodus e Metallica. Queste ultime sono veramente tanto marcate, soprattutto nei tre pezzi rifatti, con una consequenziale perdita di personalità (ad esempio, se Frank ‘Vortex’ cercasse di assomigliare meno a James Hetfield non sarebbe male, visto che la voce c’è).
Dunque la band rimesta tanto nella stessa minestra cucinata da altri artisti oltre quarant’anni fa e se contiamo che tre quarti del lavoro è composto da brani già incisi non è che l’interesse proprio si scateni.
Nonostante questo, ‘1796’ qualcosa riesce a dirla: sufficientemente rocambolesco, con i suoi cambi di tempo repentini e l’interludio carico di energia, fa intravedere il buon potenziale dei francesi e ci fa domandare il perché non ne è stato inciso almeno un altro di inedito, giusto per poter effettuare una valutazione più precisa di quello che i Dead Tree Seeds sono oggi.
Pazienza, ‘Set The Fire’ è molto grintosa ed anche ‘Homage To Thrash’ non è male, nonostante il titolo imbarazzante, per cui, alla fine, questo EP si riesce ad ascoltare senza troppi sforzi. Per questo, diamo la sufficienza a questo ‘Back To the Seeds‘ ma aspettiamo il nuovo album per emettere un giudizio definitivo.