Recensione: Back To Times Of Splendor

Di Giorgio Vicentini - 21 Maggio 2004 - 0:00
Back To Times Of Splendor
Band: Disillusion
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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78

Con questo esordio su CD, stadio finale dopo un cammino fatto di due demo e due MCD, i Disillusion mettono moltissima carne al fuoco con notevole maestria e classe.

Di materiale sonoro sul quale sbizzarrirsi e focalizzare di volta in volta l’attenzione ce n’è davvero in quantità, infatti una cosa che non si può di certo negare a questo lavoro è quella di essere ben strutturato e complesso ed in continua e piacevole evoluzione. I tedeschi in questione vantano una indubbia padronanza tecnica, manifestata dalla tranquillità con cui si permettono di spaziare in scelte variegate durante ogni singolo pezzo e trasformando anche le parti di transizione tra un tema e l’altro in momenti significativi. Questo fa sì che la durata complessiva (attorno ai 60 min.) sia raggiunta con appena sei tracce dalla durata media che si attesta tra i sei ed i diciassette minuti. Dando una visione globale del disco, quasi immediato è il paragone con gli Opeth, per l’impostazione dei pezzi e per il tipo di accostamenti melodico/acustici a parti ben più pesanti, possenti e distorte. L’esempio più lampante della vicinanza con i noti maestri, è la finale “The Sleep of Restless Hours” che fin dal riff acustico d’introduzione, dimostra a chi si rifacciano nella maggior parte dei pezzi. Marginalmente, non mancano nemmeno richiami agli svedesi Soilwork, specialmente nell’uso di ritmiche più spedite abbinate a melodie, cori e ad un’impronta vocale (l’opener “And the Mirror Cracked”) accostabili al loro stile.

Ogni canzone, soprattutto quelle più lunghe ed elaborate, ha una struttura che prevede la piacevole fusione tra temi estremi, veloci e rabbiosi con pause quasi di riflessione; stacchi acustici a base di chitarre classiche, tastiere e pianoforte che si contrappongono con forza e raffinatezza al “rumore” che le precede, rendendoli molto più godibili e d’effetto.
Ad incarnare alla perfezione il concetto basilare della band è la title track “Back to Times of Splendour” che racchiude in sé tutte le caratteristiche summenzionate grazie al suo inizio epico e malinconico a base di violino e tastiera che si fondono con il primo riff vigoroso, distorto e rumorosissimo e la voce simil-growl poderosa e piena. Il pezzo procede su tempi abbastanza sostenuti ed agili sui quali si scambiano le due voci usate dal singer Vurtox (il mastermind di questo progetto) per poi sfociare in un momento di sospensione assoluta. Mi soffermo su questo intermezzo in particolare perché rappresenta in pieno la capacità di creare una spaccatura tra frastuono e quiete che si contrappongono di colpo, dopo aver raggiunto la massima punta di velocità e furore. Come detto, la mente principale del progetto è il cantante, che si destreggia alla perfezione nei momenti più estremi, avendo una voce corposa, possente ma non cavernosa; tanto efficace in sede estrema, non altrettanto convincente in tutti i momenti di “clean vocals”, durante i quali denota alcuni limiti non pesantissimi (sarebbe necessario un cantante di livello davvero superiore a molti di quelli in circolazione) ma che rendono leggermente incerti alcuni passaggi (vedi la track “A Day By The Lake”).

Da non dimenticare la produzione precisa e chiara, che non nasconde nessuno degli ingredienti della ricetta tedesca ponendo l’accento su ognuno di essi quando necessario. Ovvio che avvicinarli ad un nome così altisonante come quello degli Opeth, non deve essere preso come unica indicazione, potrebbe essere deleterio per quanto imponente ed impegnativo.

I Disillusion, invece, hanno una loro personalità e non si limitano a scopiazzare o “ripetere la lezione” ma cercano di dare il loro tocco personale per cui è necessario ascoltare con fiducia questo album; dargli tempo, perché di momenti accattivanti ce ne sono fin dall’inizio, ma il vero gusto lo si assapora progressivamente.

Tracklist:

01. And The Mirror Cracked
02. Fall
03. Alone I Stand In Fires
04. Back To Times Of Splendor
05. A Day By The Lake
06. The Sleep Of Restless Hours.

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