Recensione: Backwoods Bludgeoning (Sick Hicks From the Sticks)
Tra gli illustri come back del panorama death metal registrati nel 2006, una
menzione d’onore va fatta per Shawn Whitaker e i suoi Viral Load.
Un ritorno che premia i pochi seguaci del suo stile inconfondibile di comporre
brutal, con il suo progetto più datato, che si era interrotto nel 2001 con il
secondo album Practitioners of Perversion, per dare spazio ad un’altra
creatura mostruosa di nome Insidious Decrepancy.
Per chi non fosse a conoscenza della caratura di Whitaker
nell’underground brutal americano (e non), si può dire che il nostro
affezionatissimo è diventato ormai un personaggio di spicco, grazie
all’instancabile dedizione che pervade il lavoro di Shawn su diversi
fronti (elencare tutti i gruppi sarebbe alquanto tedioso), diventato però
“famoso” grazie alle sue one-man band, i gia citati Insidious Decrepancy
e i Viral Load appunto, che arrivano con Backwoods Bludgeoning
(Sick Hicks From the Sticks) -questo il titolo completo- al terzo
full-length. Per tagliare corto si potrebbe dire che questo è un disco composto
e suonato interamente da Shawn Whitaker… Non servirebbero altre parole
per descrivere un album che ci regala uno Shawn in piena forma, sempre
alle prese con i suoi riff chirurgici e precisissimi, in pieno stile U.S.,
rielaborando a suo modo la grande tradizione americana in modo non certo
innovativo ma estremamente personale.
Infatti sfido chiunque sia avvezzo a sonorità del genere a non riconoscere
immediatamente le variazioni che Whitaker riesce a tirare fuori dalla sua
amata Jackson, il vero punto di forza di un lavoro come Backwoods
Bludgeoning, ostico, molto tecnico, difficile da digerire anche per chi
è gia stato fuorviato dal demone del brutal. Infatti non c’è Whitaker
senza drum machine (almeno nelle sue one-man band), dal suono volutamente
asettico e plastificato, teso a rendere, assieme ai propri riff sin troppo
puliti, il tutto perfetto, meccanico, privo di quel sano grezzume che dovrebbe
contraddistinguere dischi del genere. Il più grande difetto della produzione del
nostro texano tuttofare, è per contro anche la sua caratteristica
inconfondibile, che può affascinare terribilmente o annoiare nella stessa
misura.
Al di là di tutto, non si possono non considerare le qualità tecniche di
Whitaker alle sei corde, capace di evoluzioni al limite dell’umano quanto a
precisione, abile nel saper donare lievissime sfumature ai suoi due principali
progetti. Se con gli Insidious Decrepancy raggiunge un livello di
complessità notevole, con i Viral Load preferisce infondere un mood più
musicale, compattando maggiormente il sound, senza tradire però il suo trademark
tecnico. Quindi brutal della miglior scuola texana, con slam e ripartenze
soffocanti a go go, condite dal solito vocione ipergutturale con qualche sprazzo
in scream… Tutto molto semplice all’apparenza, se non fosse per come
Whitaker realizzi il tutto. Anche a livello lirico le differenze sono nette,
tralasciando le invettive anticristiane per affidarsi alle classiche tematiche
violente, stupri, squartamenti e amenità varie… A tal proposito i testi
andrebbero necessariamente letti per farsi due “macabre” risate, come nella
terza Cumstained Murderweapon… “Pierced nipples severed clitoris
feminine circumcision, she will never orgasm again dirty whore!…”, un paio
di versi estrapolati a caso dal mucchio di gore e putridume racchiuso nel
libretto di Backwoods Bludgeoning. Purtroppo questo spirito
sanguinolento non viene trasposto nel migliore dei modi dalla produzione sin
troppo pulita che Whitaker ha voluto dare al disco, che permette da un
lato di seguire perfettamente le sue evoluzioni chitarristiche, ma che rende
eccessivamente piatto il sound.
Se non lo avete ancora capito, musica del genere o si ama o si odia. Non ci
sono mezze misure, né posizioni neutrali. Come è impensabile immaginare a una
svolta di Shawn, arruolando una vera e propria band, per poter
“umanizzare” il suo credo musicale. Anche per questo bisogna lodare un musicista
estremamente preparato, e immerso al 100% in quello che fa. Scegliete voi come
giudicare Backwoods Bludgeoning… Un album che se riuscirà ad
entrarvi in testa, vi martellerà con tutta la violenza possibile. Altrimenti vi
resterà sul groppone a vita.
Stefano Risso
Tracklist:
- Backwoods Brutality
- Beetlejuice Bukkake
- Cumstained Murderweapon
- Ice-Pick Vasectomy
- Skill-Sawdomy
- Lawnmower Lobotomy
- U-Haul Full of Dead Bodies
- Inoculated Life (Gorguts Cover)
- Outro