Recensione: Baker’s Dozen
Secondo studio album per gli americani Sean Baker Orchestra, quartetto statunitense capeggiato dall’esperto chitarrista Sean Baker, artista originario del Michigan e noto al grande pubblico oltre che per la sua trascinante simpatia, per la lunga collaborazione con Mike Varney della Sharpnel Records. Cinque anni dopo la pubblicazione del fortunato eponimo disco d’esordio, puscito nel 2004, vede finalmente la luce il secondo full length del gruppo a stelle e strisce, intitolato Baker’s Dozen e pubblicato nel mese di giugno del 2009 dalla finnica Lion Music.
E’ un metal strumentale estremamente intricato e sfaccettato quello proposto in questo Baker’s Dozen, dove sonorità dal sapore più prettamente neoclassico si mescolano a ritmiche di stampo più hard n’heavy e a slanci più orientati verso il progressive, e in cui lunghi e articolati assoli si alternano a momenti più riflessivi e di ampio respiro. Protagonista assoluto del disco può essere senza dubbio indicato il chitarrista Sean Baker, principale compositore di tutti i pezzi qui presenti, affiancato in questa avventura alla chitarra dal buon Cmak Ashtiani, mentre la sezione ritmica (sempre precisa e puntuale) è composta da David Donigan al basso e Lawrence Wilson alla batteria. Da segnalare inoltre la presenza di vari special guest che hanno preso parte alle registrazioni del disco: tra i più noti possiamo citare la partecipazione di chitarristi del calibro di Joe Stump, Rusty Cooley e Bruce Bouillet (Racer X). Tredici sono le tracce che compongono questo Baker’s Dozen per una durata complessiva di poco inferiore ai sessanta minuti. Inutile cercare dei punti deboli all’interno di questo lavoro: la qualità di tutte le composizioni qui proposte si attesta infatti su ottimi livelli, senza alcun filler e senza drastici cali a livello qualitativo. Nonostante il sound offerto sia estremamente intricato e tutt’altro che di facile assimilazione, il disco risulta inoltre incredibilmente scorrevole e accattivante, ottimamente composto e ben suonato (il bagaglio tecnico dei partecipanti è indubbiamente di altissimo livello). Tra gli episodi migliori possiamo sicuramente citare Neo-Classical Gas, pregevole canzone di oltre cinque minuti che tende a mescolare sonorità di stampo prettamente neoclassico con riffoni più speed oriented. Altro brano degno di nota è Whichway to Radioland?, senza dubbio il pezzo più orecchiabile (quasi easy listening, come sottolinea il titolo) dell’intero album, mentre la coinvolgente e sognante 7/24/04, pezzo completamente acustico, si segnala per delle atmosfere assolutamente interessanti. Una menzione a parte merita la cover di Highway Star, riarrangiamento in chiave shred del celebre classico hard rock dei Deep Purple, ben interpretata nel complesso in questa occasione. Decisamente buoni in generale la produzione e il missaggio (affidati allo stesso Sean Baker), anche se i suoni del basso rimangono leggermente soffocati rispetto alle chitarre.
In definitiva ci troviamo dinnanzi a un disco shred estremamente valido, magari non rivoluzionario nel suo genere ma sicuramente fresco e assolutamente godibile. La mancanza dell’elemento vocale in questo caso non si fa per nulla sentire: tutte le composizioni qui proposte sono fondate su una efficace combinazione di tecnica strumentale (mai eccessivamente fine a sé stessa, anche se in alcuni tratti effettivamente si avverte una leggera sensazione di prolissità) e melodie accattivanti, e questo rende il tutto abbastanza scorrevole e piacevole da ascoltare. Un lavoro più che buono quindi per il chitarrista a stelle e strisce, nella speranza che questo progetto possa continuare nel futuro con un terzo album. Avanti così.
Lorenzo “KaiHansen85” Bacega
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Tracklist:
01. Dukes of New York
02. Pummel U
03. Ballvice.
04. Neo-Classical Gas
05. 7/24/04
06. Steve’s Blackout
07. Playing Opossum
08. Poindexter
09. Highway Star
10. Mike Varney’s Mexican Vacation
11. Whichway to Radioland?
12. Verbal Skillz
13. 2 Part Invention in C Major
Lineup:
Sean Baker – Guitars
Cmak Ashtiani – Guitars
David Donigan – Bass
Lawrence Wilson – Drums