Recensione: Bangers

Di Michele Carli - 19 Febbraio 2010 - 0:00
Bangers
Band: Barn Burner
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
68

Vengono da Montreal (o Bongtreal, come la chiamano loro), sono in quattro e si presentano come i figli ideali di Iron Maiden, Thin Lizzy e Fu Manchu: ecco a voi i Barn Burner. Una formazione relativamente nuova, in piedi da pochi anni, che propone con questo Bangers un solido e ricco stoner rock. Ma, come già intuibile dalla definizione che loro stessi hanno dato del loro sound, risulta difficile relegarli sotto una sola etichetta.

Va bene, ci sono le chitarre fuzzose, c’è la voce a metà tra il buon Ozzy e Scott Hill dei Fu Manchu, c’è il groove, c’è la psichedelia e ci sono i classici testi dedicati a viaggi acidi e sostanze stupefacenti, ma proviamo ad esempio a prendere l’opener Holy Smokes: il riff di apertura si sposta dai soliti canoni del desert rock per approdare su lidi più consoni all’heavy metal, nella fattispecie quello più legato alla classica Vergine di Ferro (anche il titolo sembrerebbe decisamente un tributo).  E non è un caso isolato, visto che anche nel finale di The Long Arm Of The Law e in gran parte delle restanti tracce i richiami sono evidenti, e mettono anche in risalto la buona preparazione tecnica dei nostri. Certo, siamo lontani dai funambolici esperimenti e dai jam di mostri come i The Atomic Bitchwax, che tanto sembrano aver dato al sound dei Barn Burner, ma non ci possiamo di certo lamentare. Siamo quindi di fronte a un ibrido di desert rock e metal classico abbastanza particolare, che non disdegna anche qualche puntatina di punk rock per donare un po’ di atmosfera da pub fumoso, con tanta birra e poca lucidità mentale.

Il disco fila via liscio, forte di una varietà compositiva in grado di coprire sia venature doomy e cadenzate – come nella visionaria Brohemoth o in Old Habits – sia la pura allegria da party alcoolico di Half Past Haggard o Tremors: trascinanti, veloci e casinare. Per quanto riguarda i suoni, la scelta è caduta su una soluzione tendenzialmente moderna, preferendo suoni nitidi e chiari (tranne, ovviamente, il classico fuzz delle chitarre) rispetto alle produzioni retrò adottate dalla maggioranza dei colleghi. Una decisione che premia sicuramente i passaggi più delicati e le finezze, ma che per forza di cose limita un po’ il fascino da vecchia scuola dell’opera. E forse è questo il difetto di Bangers: è sì un bel disco, ben suonato e scritto con cognizione di causa, ma che purtroppo  non da il meglio nel trasmettere le giuste sensazioni. Risulta purtroppo un po’ freddo, un po’ asettico. Una mancanza di carisma che pregiudica un prodotto discreto e divertente, pur lasciando comunque ben più di uno spiraglio aperto per gli album futuri. Del resto, si tratta pur sempre di un disco d’esordio, e sono convinto che nella cantina dei Barn Burner ci siano ancora un bel po’ di bottiglie di birra da aprire ai futuri release party. Aspettiamo fiduciosi.

Michele “Panzerfaust” Carli


Discutine sul forum nella sezione relativa.

Tracklist:
1. Holy Smokes
2. Fast Women
3. The Long Arm Of The Law
4. Beer Today, Bong Tomorrow
5. Runnin Reds
6. Medium Rare
7. Brohemoth
8. Half Past Haggard
9. Wizard Island
10. Tremors
11. Old Habits

Ultimi album di Barn Burner

Band: Barn Burner
Genere:
Anno: 2010
68