Recensione: Baptism By Fire

Di Mauro Gelsomini - 15 Giugno 2007 - 0:00
Baptism By Fire
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Anno: 2007
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80

Desta qualche perplessità la collaborazione tra Dennis “Fergie” Frederiksen e Tommy Denander, già insieme nei Radioactive. Date le coordinate stilistiche di questo “Baptism By Fire”, nessuno si sarebbe sorpreso se l’album fosse uscito sotto il monicker Radioactive. Sicuramente non ci sarebbe stato posto per i numerosi guest chiamati a partecipare al progetto, come Ricky Phillips degli Styx (con cui Fergie pubblicò un analogo duo-project nel 1995), Jim Peterik dei Pride of Lions, Björn Lindbom (coautore con Tommy in molti suoi progetti), Michael Thompson (che con quest’apparizione firma un bel record: tre album usciti nello stesso giorno!), Steve Porcaro dei Toto, ed Eric Z Daniels (già batterista per Robin Beck, Radioactive e Jimi Jamison’S Survivor).

I fan più accaniti dell’AOR penderanno letterelmente dalle labbra di Fergie e Tommy, veri Re Mida dei nostri tempi, ricordandoli per must come “Isolation” dei Toto, il debut dei Trillion, “So Fired Up” dei Le Roux, e più recentemente nel progetto Mecca (Fergie); Paul Stanley, Richard Marx, Rainmaker, Street Talk, Last Autumn’s Dream e Jaded Heart (Tommy).

C’è da dire che le composizioni qui incluse risultano maggiormente elaborate rispetto ai più duri Radioactive, e la cura per gli arrangiamenti si fa addirittura maniacale (ecco spiegati i tre lunghi anni di preparazione dell’album), richiamando spesso i Toto dell’era Frederiksen, con l’inconfondibile stile di Tommy su chitarre, tastiere e synth.

La produzione, affidata a Dennis Ward, esalta la prestazione di Fergie, letteralmente in stato di grazia, che riesce ad abissare gli standard compositivi, pur di altissimo livello.
Prevedibile, dunque, lo stile e la forma canzone dei brani, ad iniziare dal facile quanto trascinante chorus della opener “Let Him Go”, quasi un’esortazione all’abilità di Fergie, colta al volo, tra l’altro, ed esplosa in sognanti uptempo come “Silver Lining” e in malinconici intimismi come la titletrack.
Il resto è pura magniloquenza AOR, le pomposità si rincorrono da “Dead End” a “Never Try And Love Again”, da “Saving Grace” a “Can’t Get Enough”, queste ultime piuttosto convenzionali; fisologico qualche calo di temperatura, “Keep A Light On” e “Right Heart, Wrong Time”, e naturale anche lo spazio per gli sperimentalismi Toto-oriented, come “Written In Stone” e “Left With Nothing”. Nessuna ballad, forse è questa la vera notizia!

Difficilmente gli amanti dei cori ariosi, delle melodie vincenti, della voce straordinaria di Frederiksen, o del songwriting di classe di Denander, potranno restare lontani da questa release.

Tracklist:

  1. Let Him Go
  2. Right Heart, Wrong Time
  3. Silver Lining
  4. Crossing Over
  5. Written In Stone
  6. Saving Grace
  7. Baptism By Fire
  8. Can’t Get Enough
  9. Never Try To Love Again
  10. Dead End
  11. Keep A Light On
  12. Left With Nothing

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