Recensione: Bat Out of Hell III: The Monster is Loose
Bat Out Of Hell I e II sono stati due capitoli storici frutto della collaborazione tra Meat Loaf (il braccio) e il songwriter Jim Steinman (la mente) e hanno venduto 50 milioni di copie in tutto il mondo. Questo celebre e storico matrimonio musicale ha dato alla luce a una, pardon, la rock opera per eccellenza che ha saputo unire, con sapienza assoluta, melodia e potenza per un sound volutamente esagerato barocco, teatrale, pomposo nel quale assoli di chitarra, accelerazioni e break accompagnano l’ugola poderosa del singer in canzoni lunghe che non vogliono saperne di morire dopo 4 minuti. La storia comincia nel 1977, prosegue nel 1993 e finisce adesso nel 2006. Ancora una volta Marvin Lee Aday e Jim Steinman si incrociano per Bat Out Of Hell III: The Monster Is Loose e fa niente se il compositore non è d’accordo sull’uscita di questo lavoro.
Le canzoni che portano la firma di Steinman sono “solo” 7 su 14 e sono state scritte per altri progetti precedenti e il resto del songwriting (e produzione) è stato affidato a Desmond Child (Kiss, Alice Cooper, Bon Jovi, Aerosmith). Tra gli ospiti illustri si devono annoverare Brian May, Steve Vai, Patti Russo, Jennifer Hudson e Marion Raven. La magia continua anche se il livello complessivo è inferiore rispetto ai due capitoli precedenti. In particolare non ho gradito l’opener decisamente troppo oscura e la heavy metal oriented In the Land Of The Pig che rinchiudono l’ugola di Meat Loaf in riff troppo opprimenti che non lasciano il giusto spazio alle melodie e al suo cantato che necessita di ampi spazi per espletarsi al meglio. Per il resto del disco invece tutto scorre con invidiabile classe e facilità offrendo al pubblico potenti cavalcate irresistibili e lenti vincenti fin dal primo passaggio. Ascoltare pezzi come It’s All Coming Back To Me (lento meraviglioso di Steinman portato in auge dalla cover di Celine Dion nel 1996) nel quale Meat Loaf duetta con Marion Raven è un vero toccasana liberatorio. Che dire della ballata rock Bad For Good nella quale la Red Special di Brian May fa da ottima spalla al piano per un crescendo di rara fattura? Chapeau! Esaltanti momenti ce li regala anche il rock di Alive con la sei corde di John Shank in simbiosi con il piano e l’uso pesante delle orchestrazioni e del coro. What About Love è un altro pezzo da novanta dotato di un crescendo inesorabile e irresistibile avvalorato dall’ugola di patti Russo. La canzone più lunga sfiora i 10 minuti con Seize The Night che, dopo un inizio da colonna sonora di un film, si tramuta prima in un lento e successivamente in un mid tempo rockeggiante nel suo prosieguo meraviglioso e denso di sorprese che non voglio rivelare. Ma oltre a questi brani, che a mio parere spiccano oltremodo, bisogna segnalare la presenza di track riuscite e meritevoli di più ascolti come la delicata Blind As A Bat, l’inizialmente pesante If I Ain’t Broke, Break It, i convenzionali lenti Cry Over Me, The Future Ain’t What It used To Be e If God Could Talk.
Per concludere senza essere troppo prolisso Bat Out Of Hell III è un album che mi è piaciuto oltremodo perché a distanza di tanti anni non ha rovinato il pesantissimo nome che inevitabilmente si porta dietro. Un altro esempio di magniloquente rock opera melodica con canzoni lunghe e ben fatte interpretate con vigore, potenza e passione dall’ormai sessantenne Meat Loaf e dagli illustri ospiti che lo hanno accompagnato in quest’ultimo capitolo di Bat Out Of Hell. Come giusto che sia ci troviamo di fronte a un album inferiore ai primi due ma il livello complessivo è senza dubbio elevato e la trilogia se rapportata alla distanza temporale che intercorre tra un disco e l’altro ci lascia di stucco. Tre decadi piene e la magia continua ancora.
Tracklist:
1. The Monster Is Loose
2. Blind As A Bat
3. It’s All Coming Back To me Now
4. Bad For Good
5. Cry Over Me
6. In The Land Of The Pig, The Butcher Is King
7. Monstro
8. Alive
9. If God Could Talk
10. If It Ain’t Broke, Break It
11. What About Love?
12. Seize The Night
13. The Future Ain’t What It Used To Be
14. Cry To Heaven