Recensione: Battalion Beast

Di Stefano Risso - 25 Novembre 2006 - 0:00
Battalion Beast
Band: Panzerchrist
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
50

Fantasia a fiumi in casa Panzerchrist, per questa nuova quinta fatica
in studio. Battalion Beast si presenza con carro armato
d’ordinanza in copertina, e con la solita carica guerrafondaia di death/black
diretto e senza fronzoli.

Il classico disco alla Panzerchrist quindi, violento a dovere,
squadrato, inesorabile ma anche terribilmente monotono. In queste nove tracce di
Battalion Beast non si assiste a un sussulto, non si registrano
particolari passaggi che possano rimanere in mente, non si hanno una sfuriate
degne di nota. L’unica cosa che si percepisce con chiarezza è una preoccupante
carenza di idee che rende il disco sostanzialmente inutile per chi è avvezzo a
sonorità di un certo tipo. Chitarre che si ripetono per quasi tutta la durata
del pezzo, interrotte giusto per dare (o tentare di dare) maggior respiro alla
composizione, ma con l’unico risultato di far sprofondare il tutto ancor più nel
“gia sentito”.

Non basta il lavoro preciso di Reno Kiilerich alla batteria (che per
altro non si esibisce in tutta la sua velocità… chi lo ha visto/sentito con
gli Hate Eternal capirà), a reggere le sorti di un lavoro che non ha
proprio le carte in regola per poter essere ricordato per troppo tempo. The
Lean Black Cruisers
, The Gods They Do Not Give Us Long, Infants’
Graves
-fra le altre- sono i primi esempi che mi vengono in mente per
descrivere il sound piattissimo di Battalion Beast, in cui il
songwriting rasenta a tratti la banalità pura, cosa che per musicisti con tale
esperienza è oltremodo inaccettabile; assoli privi di mordente, break troppo
scontati, chitarre che non riescono a catturare l’attenzione. Piccoli segni di
risveglio sono la sesta Flame of the Panzerchrist (una delle meno peggio)
e con la conclusiva The Spirit of Soldiers, lunga composizione,
certamente migliorabile, che però si distingue da tutto il resto ascoltato sin
qui.

Se poi ci aggiungiamo una prova a mio avviso dimessa di Bo Summer al
microfono, direi che abbiamo concluso. Un brutto esordio su Neurotic Records
per i Panzerchrist, con il classico disco plastificato, suonato
dignitosamente e ben prodotto (in cui ci ha messo la zampino Jacob Bredahl
degli Hatesphere) ma che è deficitario sotto il profilo musicale. Giusto
la professionalità del lavoro lo ha salvato da una bocciatura clamorosa. Un
consiglio: c’è molto meglio in giro.

Stefano Risso

Tracklist:

  1. The Lean Black Cruisers (mp3)
  2. The Gods They Do Not Give Us Long
  3. He Is Dead Who Will Not Fight
  4. Infants’ Graves
  5. Weep No More
  6. Flame of the Panzerchrist
  7. Lumps of Rotting Clay
  8. War in the North
  9. The Spirit of Soldiers

Ultimi album di Panzerchrist

Band: Panzerchrist
Genere:
Anno: 2006
50