Recensione: Battle Hymns

Di Enzo - 13 Novembre 2001 - 0:00
Battle Hymns
Band: Manowar
Etichetta:
Genere:
Anno: 1982
Nazione:
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90

Con questo primo full lenght della storica band americana ci troviamo, senza ombra di dubbio, davanti ad un album dal notevole valore storico. Un disco dove è presente un Epic Metal ancora in una fase embrionale, si, proprio quell’ Epic Metal che ha caratterizzato in modo schiacciante e superbo i loro 3 dischi successivi e che tanto ha fatto scuola. Battle Hymns esprime un’epicità non ancora presente in modo marcato, infatti è un Heavy Metal grezzo e diretto che caratterizza principalmente il sound portante del lavoro, relegando “solo” due traccie (Dark Avenger e Battle Hymns, di cui parleremo in seguito) a manifesti di Epic Metal qui presenti.
Il discorso è inaugurato da Death Tone song introdotta addirittura da un rombo di motocicletta che cede il passo all’energico quanto assolutamente devastante basso di DeMaio. La batteria di Hamzik è travolgente e la voce di Adams, già da queste prime battute, è caratterizzata dall’aggressività, l’estensione e la potenza vocale che sarà presente in ogni album della band e che ne ha fatto uno dei più grandi Heavy metal singer di tutti i tempi. La seguente Metal Daze è un brano scritto per travolgere il pubblico in sede live (e, vi assicuro, ci riesce in maniera perfetta), mentre con il successivo duo Fast Taker (dal mitico refrain) e Shell Shok, la band mette a segno un ottimo colpo di irruenta hard’n heavy music. Con Manowar ci troviamo innanzi ad una canzone travolgente e potente, il vero Manowar hymn (bellissimo il glorioso finale che vedeva Eric “The Warrior” Adams cimentarsi nell’intonare il nome del gruppo con potenza e passione).
Ma il picco compositivo dell’album comincia con la successiva ed imprescindibile Dark Avenger, una canzone dal ritmo cadenzato e straordinariamente epico nel suo cupo e drammatico incedere. La song è resa “leggendaria” anche grazie alla partecipazione in essa del mitico Orson Welles (si, proprio lui, il genio del cinema) alla voce narrante!
Se William’s Tale è un assolo di basso che ha il compito di mostrarci tutta la classe di DeMaio, l’altro suo compito è sicuramente quello di spianare la strada al prossimo brano capolavoro. E così ha inizio l’eroica ed epica Battle Hymns, aperta da un dolce arpeggio, la canzone si attesta ad essere uno dei cavalli da battaglia dell’intera discografia de gruppo. Il brano, dall’inizio potente, sontuoso e monolitico, è reso assolutamente immortale grazie anche al suo dolce intermezzo centrale che precede un successivo ritorno alle sonorità dure e massicce che ne hanno caratterizzato la prima parte. Una costruzione melodica semplice e geniale (che sarà adottata anche in futuro!) che aveva la prerogativa di mettere in musica una sensazione di quiete tra la battaglia fatta di riff ed eroiche prestazioni vocali. La song addirittura si conclude grazie ad un bellico drumming ad opera di Scott che va così a chiudere il principio di quella che si rivelerà poi essere una delle più belle saghe epico-musicali mai scritte nella storia.

Vincenzo Ferrara

“Sound of charge into glory ride.
Over the top of the anguished pride.
By moonlight we ride.
Tenthousand side by side”

Battle Hymns, Manowar

TRACK LIST:
01 Death Tone
02 Metal Daze
03 Fast Taker
04 Shell Shock
05 Manowar
06 Dark Avenger
07 William’s Tale
08 Battle Hymns

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