Recensione: Battle Sluts

Di Stefano Vianello - 17 Aprile 2009 - 0:00
Battle Sluts
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
80

Cosa accadrebbe se si unissero generi come epic, power, death, thrash e viking tutti insieme? Qualcuno potrebbe storcere il naso in segno di disappunto. In realtà quello che ne nasce è il sound massiccio e potente dei Destroy Destroy Destroy, un nome un programma. Americani di Nashville, nati nel 2003, hanno alle spalle un paio di EP e un primo full-lengh intitolato “Devour The Power” datato 2006. Il loro attuale sound può essere accostato alle tipiche sonorità della scena viking-death scandinava, trascinato da un riffing di chitarra decisamente thrash e supportato da epiche orchestrazioni che rendono la musica proposta decisamente originale e orecchiabile.

L’album si apre con la strumentale “The Second Coming”, epico richiamo alla battaglia che introduce alla prima vera canzone del disco, “Battle Upon the Arctic Plains”. I nostri ci propongono un inizio orchestrale e cadenzato, accompagnato da una tagliente ritmica di chitarra che svela la vera anima del gruppo. Non si fa in tempo a terminare l’ascolto della traccia, che subito viene proposta una velocissima e incalzante “Beyond The Scorpion Gate”, seguita da “Realm Of Ancient Shadows” dove le orchestrazioni in sottofondo fanno da padrone insieme a inserti melodici sempre molto azzeccati e mai scontati. “Born Of Thunder”, vero e proprio piatto forte del disco, precede l’intermezzo orchestrale “To Die Without Honor” ci porta verso la seconda parte del disco in cui vengono presentati intrecci strumentali e sinfonici più elaborati. Le tracce scorrono veloci una dopo l’altra con “The Winged Panther”, intermezzata da una dolce e soave voce femminile, le asce distruttive di “The Wretched Forest” e “The Berserker’s Field of Whores”, l’attacco acustico di “Agents of Hypocrisy”. La conclusione di questo album decisamente ispirato spetta a “The Return of the Geishmal Undead”, con l’epico ritornello in pieno stile Ensiferum.

Ogni brano di questo Battle Sluts riesce a stupire per l’originalità e facilità di assimilazione. I Destroy Destroy Destroy hanno saputo mischiare in maniera perfetta la melodia e l’anima sinfonica prettamente power metal al riffing serrato e potente del viking-death, riuscendo a catalizzare l’attenzione dell’ascoltatore per tutta la durata del disco. Se volessimo fare un accostamento con l’attuale scena europea, potremmo tranquillamente nominare gli italiani Stormlord o i finnici Ensiferum. In futuro questa band avrà sicuramente molto da dire e speriamo di poter aver presto l’occasione di vedere live Bryan Kemp e soci, magari ad uno dei festival in via di organizzazione per l’estate.

Stefano “Elrond” Vianello

Discutine sul forum Nordheim!

Tracklist:

1. The Second Coming
2. Battle Upon the Arctic Plains
3. Beyond the Scorpion Gate
4. Realm of Ancient Shadows
5. Born Of Thunder
6. To Die Without Honor (Interlude)
7. The Winged Panther
8. The Wretched Forest
9. The Berserker’s Field of Whores
10. Agents of Hypocrisy
11. The Return of the Geishmal Undead

Line-up:

Bryan Kemp: Voce
Jeremiah Scott: Chitarra
Way Barrier: Chitarra
Adam Phillips: Basso
Brian Shorter: Tastiera
David Shaw: Batteria

Ultimi album di Destroy Destroy Destroy