Recensione: Beautiful Disaster
Chi sono gli Shameless?
Ad un primo ascolto, si potrebbe pensare all’ennesima band di neofiti del rock ma le apparenze, ancora una volta, ingannano…
I Nostri, infatti, fondati a Monaco nel 1989 per volere del bassista Alexx Michael, annoverano sotto mentite spoglie un super complesso formato da veterani della scena glam rock, includendo l’ex-vocalist dei Pretty Boy Floyd, Steve Summers, e chitarristi del calibro di Tracii Guns e Andy Briggs (Sodom), più una manciata di altri special guests, riuniti ad hoc per insaporire il piatto a base di sanguigno, scanzonato glam metal.
Tutto qui? Non proprio, visto che il platter sprizza energia e vitalità inaspettate grazie alla forza dei suoi ritornelli catchy all’insegna della gloriosa tradizione degli eighties.
Tuttavia, a ben vedere, la forza di “Beautiful Disaster” risiede non solo nell’orecchiabilità ma nella capacità di dosare sentimento ed energia (capiamoci, nulla di trascendentale, non siamo davanti a un disco dei Dream Theater!): da una parte, infatti, il platter sprigiona velocità e dinamismo in canzoni come l’opener “Greed Is God”, trascinante nel suo inno da stadio, e “Dear Mum”, con il suo ritmo irrefrenabile degno della vecchia scuola (Poison, Motley Crue); dall’altra, i Nostri si soffermano sul lato più velato e passionale, con le ballad “You’re Not Comin Home”, “Hold On To Your Dreams” e la rilettura di “Eighteen”, classico firmato Alice Cooper, che riflette il lato più irrequieto e lacerato della giovinezza grazie anche all’ottima performance di Stevie Rachelle (Tuff).
Ognuna di esse tratta la sfera sentimentale con uno proprio stile e una propria verve: “You’re Not Comin Home” (in origine dei Pretty Boy Floyd) svolge il ruolo di ballad pianistica strappalacrime mentre “Hold On To Your Dreams” è venata da una leggera patina di nostalgia e speranza, sostenuta sulle note dei tasti e del vibrato gemente. Alle tre sopramenzionate canzoni si aggiunge un’ulteriore citazione, “Life’s A Gas”, retaggio dei mitici T-Rex, una cover che si fregia della partecipazione dell’ex-The Runaways, Cherie Currie (presente anche in “Dear Mum”).
Questi i due volti principali dell’album, perfettamente sintetizzati in “You’re Not Cinderella”, song che, celando il titolo del disco, racchiude il DNA degli Shameless: quel glam metal che gioca con armonie spigolose e appassionate, tutto teso a trascinare l’ascoltatore in un vortice chitarristico veloce, rifuggendo il tecnicismo esasperato fine a se stesso.
Ora, tra questi due volti, l’album ne racchiude un terzo più roccioso e disincantato, descritto dalla potente (e misteriosa) “Train To Hell”, dove regnano le atmosfere più graffianti dell’heavy rock, distanziandosi per tiro e aggressività dal resto del platter con l’aiuto dello sprezzante main vox, in netto contrasto con le velleità romantiche di “You’re Not Comin Home”.
La forza di “Train To Hell” è cooptata dal ritmo stradaiolo di “Fiction & Reality”, che riscopre il lato più street del combo, pur strizzando l’occhio a un sound accattivante nel chorus.
Ma alla fine quello che più interessa a un complesso glam metal è dispensare l’hard’n’roll schietto e irriverente racchiuso nel party rock di “Rock’n’Roll Girls” e “Forever Ends Today”, tra riff solari e cori esplosivi con il solo obiettivo di divertire ed emozionare: d’altronde, cosa possiamo volere di più?!
Ad essere sinceri, pesa l’aggiunta, forse eccessiva, delle covers, una scelta discutibile, che fortunatamente viene controbilanciata dalla presenza di ottime canzoni nella tracklist, ricca di brani capaci di intrattenere e divertire, seppure non brillino di assoluta originalità.
“Beautiful Disaster” rimane, tutto sommato, un gradito ritorno alle origini, portando avanti caparbiamente il lato più funny e immediato della musica dura, senza tralasciare la forza e i sentimenti che il rock più genuino può regalare: vivamente consigliato, non solo ai nostalgici e ai vecchi caproni, ma anche a chi vive tra satanassi, smembramenti e depressione… enjoy!
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