Recensione: Become Death
Provenienti da Amburgo, città simbolo del power metal made in Germany, i Symphorce sono una band attivissima fondata da Andy Franck (attuale frontman dei Brainstorm). Per suffragare questo basti pensare che tra l’esordio Truth To Promises, risalente al 1999, e il fiammante Become Death, in uscita proprio oggi (26/02/07), i nostri hanno piazzato ben 6 album tra i quali si annoverano rari picchi di qualità come Twice Second ed il più melodico GodSpeed del 2005. A distanza di nemmeno 2 anni ecco giungere il nuovo album che conferma le qualità di una formazione giovane, tecnica, ben supportata da una label prestigiosa, assolutamente grintosa e granitica nella proposta musicale nella quale si prodiga e che dimostra di avere raggiunto una maturità davvero invidiabile. Quello che piace dei Symphorce è che, sebbene si possano racchiudere nel genere power (sovente bistrattato bel oltre i propri reali demeriti), non hanno i connotati tipici di quello melodico, abusato e scevro di inno!
vazione che và per la maggiore. Il vocalist Franck quando decide di graffiare sembra avere in bocca un mucchio di ferraglia; è un uragano che sprigiona potenza con un cantato che, indipendentemente dal fatto che sia pulito o in growl, lascia a bocca aperta. Allo stesso modo la sezione ritmica ed il lavoro delle chitarre non è alla spasmodica ricerca della velocità in ogni traccia; tra accelerazioni mai forzate e tanti riff compatti ben confezionati, i minuti passano con piacere ed il sound del disco spazia da un heavy metal oscuro a song più melodiche e facili…in due parole: power hit. La caratura del prodotto merita a mio parere un’attenta analisi dei 52 minuti totali…
L’opener è il biglietto da visita; è un momento importante perché viene analizzata quando il livello di attenzione è massimo da parte dell’ascoltatore e serve a dare un’idea di cosa ci si debba attendere nel prosieguo. L’arpeggio che introduce Darkness Fills The Sky viene ben presto zittito da una sezione ritmica infuocata, la quale si placa temporaneamente per dare il giusto spazio al riffing ed alla voce di Franck. Veniamo quindi sbattuti da una parte all’altra per 5 minuti grazie a continui cambi di ritmo ed un’energia contagiosa, (arricchita da un pizzico di melodia nel refrain), che non sente la necessità di un assolo. Si continua sulla stessa proposta sonora con Condemned: un grande mid tempo epico nel chorus che, senza variazioni, colpisce nel segno ed esalta nel breve break metallico griffato Dupond/Pohl. Dopo tanta potenza è giusto virare in direzione di un brano (In The Hope Of A Dream) maggiormente canonico, il quale punta sulle tastiere e su melodie originali (mai esagerate) che rimangono in testa grazie alla prestazione canora pulita di Franck. Mini parlato e Death Has Come irrompe nelle nostre orecchie: un’altra song cadenzata, ruvida nelle strofe, e dotata di una splendida fase di bridge/chorus oliata oltre modo. Partenza in assolo invece per Inside The Cast. Un camaleontico Franck si cimenta in tonalità bassissime per poi salire nel prosieguo di una canzone tipicamente power che offre su un piatto d’argento melodie vincenti e 4 minuti vari che danno dipendenza. Lento atipico Final Words To Say. Dopo un inizio canonico, infatti, un riff serrato farebbe presagire a un radicale indurimento del sound che invece viene disatteso con un coro arioso ma dalle tinte grigie. Con un Franck ancora superlativo passiamo 5 minuti in un’ipotetica altalena sonora. E’ tempo di accelerare e Towars The Light mostra i denti sebbene si debba annoverare, specie in fase di assolo e nel refrain, una vena melodica decisamente superiore all’inizio del disco. Ritorna in auge la potenza grezza con Ancient Prophesis e l’ugola di Franck si adegua all’inasprimento del sound, decisamente metallico ed aggressivo, che raggiunge il suo apice nel break originale. Dopo una brano tecnico, veloce e prettamente da sede live, come Lost But Found, giunge uno dei miei brani preferiti dell’album: Lies. Parlato distorto accompagnato da tastiere futuriste e un riff ipnotico penetrano nel nostro apparato uditivo. Franck esplode in un refrain memorabile ma è inutile…il parlato torna e continua a scavare nella nostra mente, ripetendosi nella nostra mente. Un altro paio di tentativo del singer, intervallati da un bel lavoro di riff della coppia di chitarre, e il cd termina con un sentito applauso da parte mia.
Prodotto molto bene da Ward questo Become Death è davvero una chicca. I Symphorce, oltre ad avere tecnica ed esperienza dal vivo (tour con Sonata Arctica, Grave Digger e Kamelot tra gli altri), hanno un sound vario e potente che ben li contraddistingue, rendendoli appetibili ad un’ampia gamma di ascoltatori. Sono band relativamente giovani e capaci come i Symphorce che mi fanno dire che il power metal può ancora dare soddisfazioni. Un disco che merita di essere comprato. Buono!
Paolo Beretta
TRACKLIST:
1. Darkness Fills The Sky
2. Condemned
3. In The Hope Of A Dream
4. Death Has Come
5. Inside The Cast
6. No Final Words To Say
7. Towards The Light
8. Ancient Prophecies
9. Lost But Found
10. Lies.
LINE UP:
Andy Franck (voce)
Cedric Dupond (chitarra)
Marcus Pohl (chitarra)
Dennis Wohlbold (basso)
Steffen Theurer (batteria)