Recensione: Behind the Door

Di Stefano Ricetti - 31 Ottobre 2007 - 0:00
Behind the Door
Band: Etrusgrave
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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74

Gli Etrusgrave sono una “nuova” band tricolore dedita all’epic metal primordiale, come facilmente si può evincere dalla copertina – e dall’azzeccato logo – che ritrae una tipica tomba Etrusca “a cubo” presente nella necropoli di Populonia (Baratti), in provincia di Livorno. Già, proprio questa industriale provincia toscana, affacciata sul mar Tirreno, evidentemente non è ancora stanca di dare i natali a gruppi HM straight in your fuckin’ face. Nei dintorni della Meloria, infatti, sono cresciuti e hanno insegnato al mondo come si fa dell’ottimo heavy metal all’italiana componenti della Strana Officina (Livorno) e Dark Quarterer (Piombino).

Proprio quest’ultima è stata, fin dai propri inizi, la band del veterano Fulberto Serena, un chitarrista dal tocco duro ma nello stesso tempo multicolore, che ha pesantemente influenzato, nel suo periodo di permanenza, lo stile di Gianni Nepi & Company, come ampiamente testimoniato dagli album Dark Quarterer (1987) ed Etruscan Prophecy (1988).

 

Gli altri Etrusgrave sono Hammerhead alla voce, Francesco Taddei alla batteria e Luigi Paoletti al basso. I Nostri, con Behind the Door, giungono al secondo demo, dopo On the Verge of War del 2004.                 

 

Behind the Door parte con Wax Mask, quasi nove minuti di epic metal allo stato brado, diretto e pesante, sulla scia di band come Omen e Manilla Road. La chitarra di Fulberto non dà tregua e il pezzo si caratterizza per l’interpretazione del vocalist Hammerhead che ben innesta screaming indiavolati (che tanto mi hanno ricordato lo stile dei Fil di Ferro) a una base evocativa, come il genere impone. Finale da orgia metallica con riff assassini e batteria impazzita, sulla scia dei Saxon/Motorhead più cattivi degli anni Ottanta. Si cambia registro – e velocità – con Angel of Darkness, un pezzo dalla struttura heavy classica “in crescendo”, con il titolo cantato a squarciagola che farà la gioia dei defender delle prime file nelle esibizioni dal vivo. Ottimo il riffing portante a la Judas Priest da parte dell’ex Dark Quarterer.

 

Il gusto italiano per l’HM erutta in tutta la propria forza in Return from Battle, un episodio dove armonia (nelle vocals) e cattiveria (nella sezione ritmica) si mischiano a meraviglia nella prima parte, per poi esplodere all’unisono dalla metà in poi in una colata di acciaio etrusco da ricordare. The Last Solution, come auspicavo, lascia per un momento da parte l’attacco frontale e si concentra sulla melodia, quantomeno finché l’urlo di Hammerhead non decreta la fine della tregua e la sei corde di Serena ne determina le coordinate, compreso il solo in stile Iron Maiden poco dopo la metà del brano. Dismail Gait chiude, a proprio modo, Behind the Door, ovvero mostrando il lato “tedesco” e più allegro degli Etrusgrave: chitarra meno serrata e songwriting su misura per headbanging sfrenato dopo colossali bevute in taverna con gli amici.                               

 

Il disco è stato registrato in presa diretta, con tutti i pregi e i difetti del caso. E’ comunque scevro da manipolazioni di sorta. Da migliorare, in questi casi, si trova molto, ovviamente: a partire dall’interpretazione talvolta “sopra le righe” di Hammerhead alla durata dei brani (tutti oltre i sette minuti) che inevitabilmente perdono in immediatezza, peculiarità che spesso riesce a fare la differenza. Fa sempre piacere comunque trovare gruppi tricolori che partoriscono sano e robusto heavy metal ispirandosi alla Nostra Storia, quella con la “Esse” maiuscola (gli Etruschi), che tutto il mondo ci invidia, senza scomodare improbabili eroi germanici o vichinghi, che davvero poco hanno a che spartire con la terra italica. Personalmente, avrei molto gradito all’interno della tracklist una traccia lenta, che sono sicuro gli Etrusgrave avrebbero composto in maniera eccellente e, per certi versi, stupefacente, proprio per quel gusto latino che noi italiani sappiamo infondere all’epic più ortodosso.     

 

I Nostri proprio in questi giorni sono in studio a incidere il loro primo album ufficiale e, se il buongiorno si vede dal mattino…

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti    

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