Recensione: Believe
E’ strano come a volte certi gruppi decidano di sciogliersi proprio quando arrivano all’apice della loro carriera artistica.
I Crematory ne sono un caso; già, si sono sciolti dopo aver composto un disco molto interessante, Believe. Uscito nel settembre 2000, poco meno di un anno prima del loro scioglimento (datato agosto 2001), esprime la piena maturazione della band che aveva visto nelle prime opere composizioni prive di midollo, senza una sentita ispirazione, caratteristica che non manca a Believe.
Nei primi ascolti può apparire un po’ troppo orientato verso la corrente chiamata “industrial metal”, cioè sono fin troppo eloquenti gli usi di suoni prerenderizzati; ascoltandolo approfonditamente, però, questi appaiono come delle leggere sfumature che non intaccano la potente struttura fatta di basso, chitarre e batteria. La svolta artistica dei Crematory corrisponde con la venuta del nuovo chitarrista Matthias Hechler, che già da Act Seven ( lp che precede Believe ) mostra la sua capacità di compositore e di cantante con voce pulita, proprio quest’ultima caratteristica è la marcia in più di Believe.
L’album termina con la meravigliosa Perils Of The Wind che evidenzia particolarmente l’estro di Matthias, le altre tracce sono tutte di notevole fattura, ma si distinguono ancora: Endless, The Fallen e Caroline. Per gli estimatori del gothic metal, ma anche per coloro che apprerezzano l’alternanza del growl con voce pulita è assolutamente un disco da avere.
Tracklist:
Redemption of faith
Endless
The Fallen
Take
Act Seven
Time for Tears
Eternal
Unspoken
Caroline
The Curse
Why
Perils of the Wind