Recensione: Believe in myself
In una piovosa giornata di luglio, mi capita tra le mani (a fagiolo) questo Believe in myself dei death metallers comaschi Arkenemy, band forgiata da trascorsi underground di indubbio rispetto e che, con l’aiuto della nostrana Togheter As One Records, ha la possibilità di pubblicare il secondo full-lenght che segue “Absolute” stampato nel lontano 1999 dalla Nothern records.
Prima di inserire il dischetto argenteo nell’apposito lettore uno sguardo all’artwork e più in generale al booklet è d’obbligo e, constatato che l’autore della bella copertina e del logo è Eliana Vago, chitarrista del gruppo, non mi resta che farle i complimenti per la scelta del disegno e dei colori che rappresentano appieno l’aggressività che il gruppo sciorina nel corso dei 34 minuti scarsi di Believe in myself.
Mindscanner ha il compito di “aprire le danze” ed una scalpitante rullata di batteria precede di poco le vocals di Udo Usvardi: sorprendono la convinzione e la rabbia con le quali Udo esprime e scandisce i testi dell’album.
A proposito di testi; appare chiara la negativa introspettività che li caratterizza insieme alla voglia di chi li scrive di provare a trasmettere al lettore che, nonostante la posizione sociale odierna sia a livelli di assoluta indecenza, provare a cambiare radicalmente mentalità può riservare risvolti positivi.
La successiva Believe in myself, title track, ci esorta infatti, come potrete facilmente intuire, a non smettere mai di crederei in noi stessi e rappresenta inoltre una naturale colonna sonora di un messaggio anti-politico.
Lasciamoci alle spalle il breve excursus sugli scritti della band (che vi suggerisco di leggere nonostante l’estrema semplicità sintattica e contenutistica) e concentriamoci sulla musica e su Cryonics in particolare, song dalle influenze thrash (Slayer e primi Metallica) e death melodiche scandinave (primi In Flames e Dark Tranquillity su tutti) delle quali il pezzo ed il cd in generale sono impermeati.
Galvanizzante è il prossimo Knife_blood_pain, dotato di una velocità impressionante e definito nei suoi particolari da una accurata sezione ritmica a sostegno degli strumenti restanti anche se mi soffermerei su un punto focale: nonostante la buona prestazione di Udo al microfono, bisogna appuntargli una sua non troppa varietà nello stile che finisce per appesantire notevolmente le ultime tracks e che lascia quel retrogusto di dejà-vu minando, di conseguenza, la personalità vocale dell’intero lavoro.
Nothing can save you è incentrata, a parer mio, sull’ottimo lavoro del drummer Joutsen che detta i ritmi con continui cambi di tempo: track pulita, precisa, aggressiva e azzeccata.
The circle non si discosta troppo dal pezzo precedente, anzi, ne è il naturale seguito e non mi resta che skippare sulla granitica ed esplosiva Sunset dotata di un refrain atipico se confrontato col “manuale del perfetto death metal” ma decisamente power-thrash metal oriented!
Il platter viene degnamente chiuso dai quattro minuti abbondanti di Wire the others e non ci resta che esalare i nostri ultimi respiri a favore di un headbanging forsennato spinto dall’irruenza e dalla violenza che contraddistinguono questo finale inno al death metal melodico.
Believe in myself simboleggia le fondamenta sulle quali costruire un importante futuro targato Arkenemy e targato Italia; esorto pertanto i ragazzi della band a considerarlo un punto di partenza e non, come erroneamente capita, un punto di arrivo, tenendo presente che il lavoro è sì maturo e piacevole, ma anche incompleto e con discreti margini di miglioramento in ogni sua componente.
Consigliato in definitiva a tutto il popolo death e thrash metal.
Gaetano “Knightrider” Loffredo
Tracklist:
1.Mindscanner
2.Believe in myself
3.Cryonics
4.Knife_blood_Pain
5.Nothing can save you
6.The circle
7.Sunset
8.Wire the others