Recensione: Below The Line
La lunga storia di Jutta Weinhold è da ricercarsi addirittura negli anni “70”: infatti la cantante nata nel 1949 a Mainz in Germania, mosse i primi passi partecipando ai celeberrimi musicals “Jesus Christ Superstar”e “Hair”; successivamente fece parte del glorioso gruppo tedesco Amon Duul II. Il suo vero e proprio primo album solista, “Coming”, risale invece al 1976. Negli anni ’80 e ’90 Jutta contribuisce alla formazione degli Zed Yago prima, e dei Velvet viper poi, ma nonostante le esperienze siano state molteplici, sono da registrare anche lunghe pause tra un progetto e l’altro. Il biglietto da visita di questa neo sessantenne artista teutonica è quindi di tutto rispetto, ed il nuovo lavoro “Below The Line” segue a soli due anni di distanza la penultima fatica “From Heaven To The World To Hell” (appartenenti entrambi al progetto “Weinhold” a cui partecipa lo stesso bassista degli “Zed Yago” Lars Ratz).
Mi accingo quindi ad ascoltare “Below the line” con una certa circospezione, ma anche molto interesse, considerato il glorioso passato dell’artista in questione.
L’opener “Storyteller” mette subito in chiaro le coordinate stilistiche dei Weinhold, apparentemente un Hard & Heavy epico, non cosciente del fatto che poi in alcuni episodi verrò smentito. I ritmi sono quindi cadenzati, le chitarre cattive al punto giusto così come i cori, mentre la voce da strega (molto evocativa devo dire) di Jutta concede quel quid in più al disco che sarà determinante per la positiva valutazione finale. Ancora di più questa grande espressività vocale è da apprezzare nella seconda traccia “Below The Line”. La titletrack si presenta come un hard rock maestoso dai toni drammatici, con un crescendo finale in doppia cassa che conferisce maggiore incisività al tutto. Ma eccoci qui giunti alla prima smentita costituita dalla geniale “Eternity” da cui traspare tutta e dico tutta la grande esperienza della cantante tedesca, quella che sembra una semplice ballad acustica, è al contrario un groviglio di emozioni ciascuna derivante da un percorso musicale ben distinto. Ecco che fanno capolino i “The Mamas & The Papas” di “Dedicated To The One I Love”, ma anche i “Jeffersone Airplane” del periodo d’oro, il tutto rivisto in chiave moderna inframezzato da inserti elettrici potenti e mai fuoriluogo ed un finale da brividi. Si ritorna a sonorità decisamente più heavy con “Memories Reminder” pezzo caratterizzato da un riff di chitarra al fulmicotone e da un refrain ispirato; c’è da dire che nonostante Jutta Weinhold non possegga una voce particolarmente dotata, il suo timbro “maligno” e allo stesso tempo epico, è in grado di trasmettere all’ascoltatore una valanga di emozioni. “Fair Is Foul – Foul Is Fair” invece è una metal song solo apparentemente più canonica, doppia cassa in evidenza, improvvise accelerazioni, ma anche un buon solo di chitarra ed i “soliti” cori maschili in “semi-growl”. Altro episodio significativo di “Below The Line” è senza dubbio la potente “Spirit Of Fear”, che dopo una breve intro di matrice prog, prende il via con un incedere possente ed un ritornello che non ammette repliche, tipica song epica che è un piacere ascoltare a tutto volume! E’ la psichedelia di fine anni ’60 a fare capolino nella successiva “Nothing To Lose”, pochi accordi incastonati in un arpeggio ripetitivo ad accompagnare l’ossianica voce dell’attempata singer, che sul finale riesce anche ad emozionare per la sua incredibile comunicatività. Più canonica e meno personale è al contrario l’ottava traccia “Gift Of Fantasy” che rimane comunque un pezzo godibilissimo. Affascina per classe ed originalità lo “slow hard” di “Fire No Water”, bel connubio tra influenze di chiara matrice settantina e suoni più “moderni”. “The Master’s Work”chiude degnamente il platter con un altro viaggio epico, dal ritornello davvero splendido, così come la cavalcata metallica finale.
Cos’altro aggiungere se non che l’acquisto di questo disco è caldamente consigliato a tutti? Specialmente a chi è appassionato di sonorità vicine all’epic metal, senza disdegnare l’hard rock ed il metal classico. Personalmente ritengo che sia stata una sorpresa più che positiva scoprire un’artista di questa caratura, tanto più se consideriamo che ormai la nostra ha quasi 60 anni (ma non sembra affatto vista la voce in splendida forma), dotata anche di un bagaglio musicale enorme da cui attinge a più riprese per questo “Below the line”, che mi sento di promuovere a pieni voti.
Tracklist:
1. Storyteller
2. Below The Line
3. Eternity
4. Memories Reminder
5. Fair Is Foul – Foul Is Fair
6. Spirit Of Fear
7. Nothing To Lose
8. The Gift Of Fantasy
9. Fire No Water
10.The Master’s Work