Recensione: Best Of… And More
E’ già tempo di best of per la band melodic rock fondata da Ralph Santolla (ex Iced Earth e Death) nel 1995, dopo solo tre studio album? O forse si tratta dell’ennesima trovata commerciale? O piuttosto va vista come un tentativo di rilanciare il genere con ben dieci brani inediti, sei dei quali vedono alla voce l’ex Jorn Lande, presente sul solo, insuperato “Hourglass”?
Per l’estroso singer norvegese, oggi in forze ai Masterplan, un ritorno ufficiale nei Millenium avrebbe significato una serie di beghe contrattuali, non previste dalle esclusive firmate con la sua band attuale, che avrebbero chiamato a reclamarlo anche l’altra sua ex band, gli Ark, da tempo immersi in un misteriosissimo lavoro di cui trapela pochissimo, niente per quanto riguarda il vocalist. Così nasce questa idea di nascondere nel secondo CD del lotto alcuni brani che faranno la gioia dei collezionisti e soprattutto degli amanti di Lande, personaggio scomodissimo per molti, specialmente su disco, dacché diventa senza indugi protagonista predestinato, e nell “… And More” paventato del titolo di questa carnevalesca raccolta, scoverete alcune perle da intenditori, interpretate in maniera straripante – come al solito – da Jorn, ora emulo di Gary Barden in “On And On”, cover del brano apparso nel 1981 nel bellissimo M.S.G., ora più congenialmente di Ronnie James Dio, nella song scritta apposta per lui (e poi cantata da Joe Lynn Turner) da Russ Ballard, “I Surrender”, da un altro album del 1981, “Difficult To Cure”. Ancora una perla, ancora una cover, “Jane”, tratta da “Freedom At Point Zero” dei Jefferson Starship, album del 1979 a cui Lande pare particolarmente affezionato (ricordiamoci la cover di “Just The Same” inclusa sul debut solista, “Starfire”, del 2000). C’è gloria anche per la chitarra di Santolla e le tastiere di Don Airey, ospite d’eccezione, autori di due soli infuocati su “Love Is Like Oxygen”, cover dei “The Sweet” tratta da “Level Headed”, del 1978. Quindi due outsider delle session di Hourglass, “Rain” e “Anybody”, la prima giustamente esclusa dalla tracklist definitiva forse per colpa proprio di Lande, che non ruggisce come negli altri brani, la seconda forse troppo criptica e modernista, avrebbe ben figurato nell’ultimo album solista di Lande, “Out To Every Nation”. Chiudono quattro demo-version, con Todd Plant – primo e attuale singer della band – che si riprende il microfono e ci dà un assaggio del nuovo studio album, “Jericho”, del quale non parlo perché i nostri non hanno trovato un accordo di distribuzione nel nostro paese, sebbene il disco sia uscito a luglio dell’anno che si è appena concluso.
Ho volutamente lasciato le ultime righe per la sommaria descrizione dei brani che compongono la parte “Best Of…”, ovvero sei brani tratti dal già citato “Hourglass”, otto dal precedente “Angelfire”, e quattro dal debut omonimo. Complessivamente, un ottimo viatico per avvicinarsi ai Millenium, ma le remore espresse ad inizio recensione mi spingono a consigliarlo ai soli collezionisti.
Tracklist:
CD 1
- Power To Love
- Hourglass
- Superstar
- I Still Believe
- Masquerade
- Chasing Time
- Shaman
- Beyond The Pain
- End Of Time
- Angelfire
- Heaven Sent
- Run
- Saving Grace
- The Colour of the Night
CD 2
- Together As One
- Believe In Love
- Almost Made It To Heaven
- Invincible
- On And On
- I Surrender
- Jane
- Love Is Like Oxygen
- Rain
- Anybody
- Gone Are The Chances
- I Lost It
- Heresy
- Sea Of Sadness