Recensione: Bet Everything [Ep]
Ecco cosa può succedere ad un giovanissimo gruppo di belle speranze, quando alla base di tutto si stagliano principi essenziali come la voglia di far bene, tanta umiltà e come ovvio, un’importante ed indispensabile dose di talento. Un rapido salto in avanti, un miglioramento veloce e cospicuo sotto tutti gli aspetti, oltre a riscontri lusinghieri per una proposta ancora perfettibile, ma che via via, prende forza e riesce a farsi sempre più efficace.
È la storia degli Knyght, band romana già conosciuta agli albori del 2008 con il demo d’esordio “Destination Unknown” – nucleo di brani dalle potenzialità in gran parte inespresse – che, notata dall’esperto producer Heiko Hinze (Axxis, Metal Church, Tom Jones), guadagna un volo diretto per Monaco di Baviera, incide un gradevole EP di cinque pezzi ed inizia a farsi conoscere in giro per l’Europa, supportando dal vivo realtà storiche dell’hard rock losangelino come Faster Pussycat e Bang Tango.
Come naturale tuttavia, una serie d’eventi tanto positiva, non potrebbe manifestarsi qualora venisse a mancare ciò di cui abbiamo detto in apertura: il talento.
In effetti, nelle composizioni presentate dal quintetto capitolino non si ravvisano idee rivoluzionarie o follie trascendentali. Eppure, c’è tutto quello che serve.
Tutti gli ingredienti, utili e necessari per far decollare i brani verso livelli di gradimento più che buoni, sono a portata di mano e non fanno troppa fatica a mettersi amabilmente in luce.
Cori catchy, ritmiche scorrevoli, riff di chitarra sostanziosi ma soprattutto, linee melodiche in grado di colpire nell’immediato, certo non troppo originali, ma assolutamente fresche e scorrevoli.
Un menù consolidato insomma, che non manca mai di mietere consensi ed applausi.
I paragoni che derivano, risultano così inevitabili ma del tutto gratificanti.
Bon Jovi, Skid Row, Aerosmith, l’hard rock anni ottanta, sono una base imprescindibile, ma è tuttavia davvero arduo non rilevare sin dal primo passaggio una netta sterzata verso le sonorità care a Poison, Motley Crue e Cinderella, muse ispiratrici ormai destinate a ricoprire un ruolo preponderante nel songwriting del gruppo laziale.
I suoni, nemmeno a dirlo, sono questa volta eccellenti, ed il gruppo ce la mette tutta per dare il massimo, confezionando un’interpretazione di primo piano in una breve serie di motivi disinvolti e di qualità interessante, tra i quali, le iniziali “Goin‘ Anywhere” e “Heaven Or Hell”, risultano certamente i più riusciti.
Miglioramenti tangibili anche per il singer Tommaso Forni – uno dei punti deboli nel demo d’esordio – ora decisamente più a proprio agio ed inserito nella “parte”, vicinissimo in taluni frangenti (la già citata “Goin’ Anywhere” ne è chiara dimostrazione) alle tonalità del Vince Neil, primo periodo.
Il quadro complessivo dunque, ci rimanda indietro di un anno esatto e più precisamente a quanto scritto dodici mesi fa. “Le intenzioni sono buone e i valori s’intravedono in maniera chiara”, si diceva, lasciando presagire sviluppi interessanti.
“Bet Everything”, primo EP “ufficiale” degli Knyght, conferma e rafforza brillantemente la teoria, mettendo sotto i riflettori un gruppo di giovani musicisti che ha compiuto passi da gigante e che, se costantemente alimentato dal genuino spirito attuale e dalla voglia di progredire ancora, sarà destinato ad un futuro di valore e soddisfazioni.
La strada di certo è ancora lunga ragazzi, ma il percorso imboccato sembrerebbe davvero quello giusto!
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Tracklist:
01. Goin’ Anywhere
02. Heaven Or Hell
03. A Million Times
04. The Game Of Love n’ Hate
05. Shut Up
Line Up:
Tommaso Forni – Voce / Chitarra Ritmica
Oliviero Forni – Chitarra Solista / Cori
The Doc – Tastiere
Dario Stagnitto – Basso / Cori
Enrico – Batteria