Recensione: Betrayed From Birth
I Lambs sono una band italianissima che suona un post hardcore piuttosto marcio e violento. Sono pochi gli elementi di giudizio che abbiamo in mano causa i tredici minuti scarsi di durata dell’ep, ma un’idea ce la siamo comunque fatta anche in funzione del concerto di Bologna di supporto agli Anaal Nathrakh, dove i nostri offrirono una buonissima prestazione. La musica dei Lambs è un concentrato di stili, influenze e vibrazioni negative che trasportano l’ascoltatore in un viaggio negli inferi con in mano un biglietto di sola andata. E’ una musica cattiva, ermetica e soffocante, che rimanda tanto ai recenti Celeste quanto ai più datati Breach; le tre tracce a nostra disposizione scorrono ovviamente in un batter d’occhio e picchiano come delle ossesse. La prima cosa che salta all’orecchio è la voce stridula e lacerante di Cristian, perfetta per la proposta della band e dallo scream tormentato e nervoso; non ci sono variazioni stilistiche di sorta tranne nel finale dell’ep in cui vi è un timido principio di clean durante l’unico momento in cui si stacca il distorsore in favore di una piccola calma apparente. Le chitarre sono abrasive, ossessionate e opprimenti e la sezione ritmica ha tutto ciò che il genere richiede: spazia dai 2/4 ai blast beat come se niente fosse e ha sempre il mood giusto da offrire al pezzo che si sta suonando. La produzione è cupa e l’esatto contrario del plasticoso andante di questi tempi; tutto è messo nella non luce che merita e il risultato è notevole e in bilico tra sporcizia e pulizia. Per chi, come noi, ha sempre sete di rinnovata ferocia, i Lambs capitano al posto giusto nel momento giusto, e ci ricordano ancora una volta che il nostro Bel Paese è in grado di tirare fuori dal cilindro ottime realtà da supportare senza riserve. Ci auguriamo di sentire presto un full lenght di questo spessore e intensità; le premesse per un ottimo lavoro ci sono tutte, per adesso promossi!