Recensione: Between the walls
Uno dei più quotati chitarristi tedeschi (del filone Blackmoriano) che incontra la voce più sensuale dell’heavy rock mondiale; che cosa poteva nascere da questa unione? Sicuramente 4 dischi di grandissimo heavy rock chiamati: Eternal Prisoner, Between the Walls, Black Moon Pyramid e Magic.Se Eternal Prisoner vantava nella propria scaletta pezzi più o meno buoni (mitica l’opener Streets of Fire), il secondo album Between the Walls era un disco addirittura perfetto!
È proprio la chitarra infuocata di Pell che con le sue plettrate a metà tra il Blackmore più heavy metal e i chitarristi stile Ronnie James Dio (Campbell-Goldy-Robertson) dà il via a Talk of the Guns (Soto è in stato di grazia) che è soltanto l’inizio di una sequenza di pezzi mitici: si continua infatti con Warrior (famosissima, ancora oggi presente sia nelle setlist di Pell sia in quelle di JSS) e con una stratosferica Cry of the Gypsy (a metà fra il primissimo Bon Jovi e l’Hm tedesco di scuola 87-92). Gia con questo trittico iniziale questo disco meriterebbe la palma di heavy metal-masterpiece, ma aggiungeteci una mega suite chiamata Casbah (Iron Maiden meets Rainbow), la cover ben interpretata del classicone Wishing Well e due speed tracks chiamate Outlaw (il riffing che dà il via alle danze è da “Manuale del perfetto heavy rockers”) e Between the Walls che elevano questo lavoro come tra i più bei album di Axel Rudi Pel.
Aggiungete il fatto che troverete in questo disco il miglior Jeff Scott Soto degli anni ’90 (ed inoltre aveva ancora una chioma spettacolare) e potete tranquillamente fare vostro questo lavoro ad occhi chiusi.
Tracklist:
1.The curse (intro)
2.Talk of the guns
3.Warrior
4.Cry of the gypsy
5.Casbah
6.Outlaw
7.Wishing well
8.Innocent child
9.Between the walls
10.Desert fire