Recensione: Beyond Belief
Primo full length ufficiale per i friulani Azure Agony, quartetto proveniente dai dintorni di Udine dedito ad un progressive metal classico completamente strumentale. Il gruppo si forma in origine nel 2006 per iniziativa del talentuoso tastierista Marco Sgubin, un giovane musicista intenzionato a suonare della musica complessa e melodica allo stesso tempo, ma che tuttavia non risultasse eccessivamente scontata, macchinosa o stucchevole. A tre anni dalla nascita della band vede ora la luce il tanto agognato disco di debutto, intitolato Beyond Belief, pubblicato sul finire del 2009 dall’etichetta italiana SG Records.
Composto da solamente nove tracce (per un minutaggio complessivo di poco inferiore ai cinquanta primi di durata), questo Beyond Belief è un album completamente strumentale, profondamente legato a un progressive metal di stampo piuttosto classico (in primis ai Dream Theater di Scenes from a Memory), al quale vanno inoltre ad aggiungersi influenze più marcatamente neoclassiche (sulla scia dei Symphony X), fusion e, addirittura, ambient. Un lavoro che nonostante la mancanza dell’elemento vocale risulta nel complesso davvero molto fluido e articolato, estremamente gradevole da ascoltare, e tutto sommato ben congegnato: merito in questo senso soprattutto delle continue trame melodiche intessute dall’accoppiata Marco Sgubin e Gabriele Paia (qui impegnati rispettivamente alle tastiere alla chitarra), capaci di mantenere sempre viva l’attenzione dell’ascoltatore e di rendere i pezzi qui offerti piuttosto immediati e facilmente apprezzabili anche da chi non è particolarmente avvezzo a questo tipo di sonorità. Al loro fianco troviamo una sezione ritmica di tutto rispetto, composta da Carlo Simeoni alla batteria e Marco Firman al basso, che si rende protagonista di una prova decisamente valida sia per la varietà che per l’efficacia delle soluzioni stilistiche proposte.
Un album questo Beyond Belief che ci propone una serie di brani piuttosto interessanti, ben bilanciati tra tecnicismi vari e inserti più votati alla melodia, senza dubbio capaci di mettere in bella mostra le capacità esecutive del quartetto friulano, e impreziositi inoltre da una produzione (affidata a Luigi Stefanini presso i New Sin Studio, ormai una vera e propri garanzia da questo punto di vista) estremamente buona e capace di dare il giusto spazio a tutti gli strumenti. Un lavoro che presenta un songwriting decisamente organico e articolato, già tutto sommato maturo per certi versi (anche se a tratti ancora un po’ troppo derivativo) e che denota davvero pochi passaggi a vuoto per tutta la durata della tracklist. Tra gli episodi meglio riusciti possiamo sicuramente citare la movimentata Mystic Interiors, un brano assolutamente avvincente e travolgente, che ha dalla sua una serie di melodie particolarmente azzeccate. Degna di menzione anche Across Elysian Fields, pezzo piuttosto lento che si segnala per delle atmosfere davvero molto intense e struggenti, mentre invece con l’ultima The Last City ci si sposta su lidi prettamente più radiofonici, per una canzone decisamente immediata e più ad ampio respiro.
In definitiva, questo Beyond Belief è un disco tutto sommato ben suonato, piuttosto piacevole da ascoltare e discretamente riuscito. Un lavoro impreziosito da una produzione di altissimo livello, ma che purtroppo, pur risultando già abbastanza maturo a livello di songwriting, si rivela nel complesso un po’ troppo derivativo e infarcito di richiami più o meno palesi. Insomma, un biglietto da visita più che dignitoso da parte di questi Azure Agony, un gruppo che dimostra di avere delle grandi potenzialità per quanto riguarda il futuro, ma che dovrà comunque lavorare sodo in studio per riuscire a sviluppare un sound che risulti effettivamente personale e originale.
Lorenzo “KaiHansen85” Bacega
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Tracklist:
01. Awareness…
02. Mystic Interiors
03. Terror Haza
04. The Temple of Vandora
05. Ante Tentora
06. Across Elysian Fields
07. The Fall of the Vector
08. Secret Gateway
09. The Last City
Line Up:
Gabriele Paia – Guitars
Carlo Simeoni – Drums
Marco Firman – Bass
Marco Sgubin – Keyboards